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26 marzo 1617 - 7 giugno 1617 Paulo Emilio Da Canal

Dispaccio del 19 aprile 1617

N. (senza numero)

Serenissimo principe
per li constituti havuti dal dottore Antonio Jacopo Straca anconitano, già vicario et jusdicente della terra di Fiume et d’un schiavo suddito nostro giunto de qui heri sera per via di Moschieniza, partiti da Fiume allì 21 d’aprile tengo li qui inclusi avisi, et altri particolari di terraferma, li quali col solito della mia riverencia mando alla Serenità vostra. Gratie.

Di Veggia, lì 19 aprile 1617.
Paulo Emilio Da Canal provveditore.

Allegati: lettera di Antonio Jacopo Straca al provveditore di Veglia (n°1).

Allegato n°1

In lettere del Proveditor de Veglia de 19 april 1617.
Avisi dell’illustrissimo signor proveditore Canale di Veggia.
Che in Fiume sono giunti ultimamente 50 thodeschi solamente che in tutto compreso li altri che vi erano per il passato sono al numero di 180 facendo che 40 di quelli vadino al castello di Tersato et luochi circonvicini per la custodia si che ordinariamente nella terra dono al numero di 140.
Che li detti soldati vengono mantenuti da quelli mercanti del luoco, facendo il capitano di Fiume dar loro pane et vino in credenza sotto pretesto che l’arciduca di sodisfarano del loro credito dando loro bene parole con dire che s’aspetta danaro, ma però non succede cos’alcuna.
Che in Fiume il pane vi è in abbondanza, più tosto grande che altramente et del vino in pocha quantità, se bene però non patiscono, il qual vino hanno havuto dal territorio di Lovrana perché nella terra et territorio si racoglie pochissima quantità, ne mai quelli luochi fano in abastanza per il luoco si che mentre fosse loro stato oviato il vino di Lovrana non haverebbero possuto sostentarsi, si come loro medesimi ciò confessano essere la venta, attrovandosi in quanto alle altre vittuarie in grande necessità, et specialmente di sale, oglio, carne et altro per sostentamento del vito loro, poiché la quartuza d’oglio vendono a ragion di zecchini 30, il staro del sale in ragion di lire 24 o 30 in circa, et in quanto alli camogi se bene non si trovano tuttavia viene amazzato un animale bovino alla settima per uso del loro capitano et altri officiali di quella terra, si che li sudditi ne sono in grande necessità.
Che sono già doi mesi in circa in Fiume era giunto un spagnol il quale era andato misurando l’acqua nelli posti di quella città, con ordine per quella si diceva del suo re per vedere se con quelli posti potevano stare bertoni, che si parlava che il re mandava in loro soccorso.
Che da un mese in circa con occasione che li uscochi facevano condotti schiavi a Fiume di sudditi nostri hanno dimandato inanti di quello che fosse stato scoperto da alcuni che bertoni vengono in Colfo, se sapevano alcuna nova di loro dicendo che li aspettavano quanto prima che li fiumani s’attrovano in stato di disperatione per le tirannide che loro vengono usate dal loro capitano et altri ministri di quel luoco, per occasione che a descrittione convengono loro dar ricetto alli soldati nelle case loro, et fare anco spese con molte altre insolencie per il che la più parte di loro hanno abbandonato la terra che in tutto non arrivano al numero di 50, et il rimanente sono parti andati Sottovento et parte a Lubiana.
Che il maggior numero di uscochi che possono essere tra Fiume et Segna sono al numero di 50, oltre però quelli che li giorni passati erano partiti sottovento, il capo di quali vi è Andrea Ferlevich, li quali si crede che facilmente possono essere sopra li bretoni, ma però di certezza non si può sapere, giudicandosi che il predetto Farlevich per tornare a Fiume procuri di cacciarsi alla volta di Trieste per essere passaggio più commodo delli altri doi luochi.
Che in Fiume s’attrova bona quantità di farine in [?] con le quali sostentano quelle riviere del Vinadolo, Segna et altri luochi circonvicini per causa di tre o 4 molini che sono nella fiumara, li quali facilmente si possono romperli et tuor loro questa commodità.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.