10 maggio| 1612 Pier Alvise Barbaro
Dispaccio del 10 maggio| 1612|
N. (senza numero)
Serenissimo prencipe,
li sudditi dela villa di Sumbro, luocho arciducale, insulenti et importuni più che mai sonno stati tanto arditi di venir hoggi nelli prati posti nel fondo dell’Arsa di raggione della Serenità vostra. Et quelli, con cinque versorii, arran non ad altro fine che per farsi patroni delli mudazzi [?], per il che io di subito inviai a quella volta il capitano di questa ordinanza, al quale diedi ordine che, trovati che haveva questi nelli luochi di sopra narrati, facia quelli desistere, amonendoli poi a non ingerirsi più nelli detti luochi, altramenti facendo, si prenderebbe altro espidiente; ma, scoperto che fu detto capitano con alquanti soldati li suditti di Sumbro sii sonno salvati con li suoi animali, non havendo lasciato nelli mudazzi [?], salvo che li complici ordegni di legno con li qualli hanno quelli arato in bona parte le terre di raggione della Serenità vostra, essendo rimaste la mitta di esse seminate. Li qualli ordegni fu da detto capitano et soldati rotti et divastati, a fine che non continui di far di simile opperationi, senza far altro motto che di ciò mi ha parso debito mio di darne con lo presente riverente conto alla Serenità vostra, a ciò lei me dia qual ordine che le parerà convenirsi, se continueranno di perturbar questa sua giurisditione, che quanto dalla Serenità vostra mi serrà comesso, il tutto da me serrà prontamente et riverentemente essequito. Gratie etc.
Di Albona, li 10 maggio 1612.
Della Serenità vostra, humilissimo et devotissimo servitor.
Pier Alvise Barbaro, Podestà.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 7
Trascrizione di Francesco Danieli.