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26 marzo 1617 - 7 giugno 1617 Paulo Emilio Da Canal

Dispaccio del 7 giugno 1617

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe
da persona confidente alle rive arciducali, ho ricevuto li agiunti avisi che è per l’absencia dell’illustrissimo signor governator de condennati ho giudicato convenirsi al mio debbito inviar alla Serenità vostra, et aggiungerle appresso che essendo stati liberati d’uscocchi li schiavi rittenuti sopra quest’isola il giorno di San Marco, conviene che nella liberatione per l’impedimento postole da me nel somministrar il rescato s’habbino obligato ritornati che siano alle case loro di condur giornalmente a marini aiali menuti et grossi per dar commodità a nemici di venir a far bottino, et con questo mezzo ricevere la taglia che li havevano dato fra tutti di lire mille ottocento V. L. 1.800, nel che mi vado confirmando per che havendo io presentito simil intelligencia mandai heri ministri per giustificarmi di questo mancamento, et ritrovorono nelli confini a loro prohibiti et contigui alla marina grossa quantità d’aiali d’ogni qualità, nonostante che per ordeni dell’eccellentissimi signori generali et miei siano stati loro vietati simili confini per levar a nemici ogni commodità di danneggiar questi sudditi, onde ne furono preso alcuni pochi et condotti alla città furono da me fatti compartire fra soldati per rintuzzare la temerità di questi villani, alcuni de quali se ben non posso pienamente giustificarmi s’hanno lasciato intendere di haver più a caro che li siano levati d’uscochi, che godatone alcuna parte da soldati, che è quanto mi occorre rapresentar alla Serenità vostra per zello del suo servicio. Gratie.

Di Veggia, lì 7 zugno 1617.
Paulo Emilio Da Canal proveditor.

Allegati: avvisi di un confidente del provveditore di Veglia dai domini austriaci (n°1).

Allegato n°1

In lettere del proveditor de Veggia di 7 giugno 1617.
Avisi venuti al proveditor di Veggia da persona confidente nel paese arciducale.
Nella fossa di Fiume s’ha veduto sette barche di quelle che furno fabricate altre volte, et si dice che tutte deveno in breve esser armate a doi a tre alla volta, si come si potrà radunar le genti con promessa di far correr il stipendio a tutti li fanti d’essi.
Da Fiume siano uscite cinque barche, doi sotto li 4 et tre sotto li 6 del mese di zugno corrente in tempo d notte, per andar a far bottino non si sa ove, et andar poi a salvarsi a Trieste.
Si dice che se ne preparavono altri doi per uscire et condur a Segna per danneggiar l’isola di Veggia.
Sono stati alcuni di Brebir, Grisana et Tenize a Buccari per haver genti a venir alli danni dell’isola di Veggia, con brazzere dicendosi che hanno una spia dell’isola, che vuole dare un bel bottino d’aiali vicino alla marina.
Furno tagliati a pezzi marti passato sulla pianina sopra le Tenizze quindeci tra segnani et brignani da martelosi, et levati 12 cavalli, et questi andavano a finire per andar sulle barche che sono uscite fuori.
S conferma la mala dispositione che li uscochi hanno verso l’isola di Veggia, et si dice che venere passato sia giunto a Buccari un personaggio dicessi esser del re di Spagna con authorità di visitar quel luoco, et scandaiar quel posto, il qual personaggio era accompagnato con dieci cavali et cinquanta thodeschi a piedi, et altri dicono che venga da Crovacia per assoldar genti per l’arciduca a otto craizi per soldato che sono L. 40 al mese, et che questo soggetto sia per trattenersi qualche giorno a Fiume.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.