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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 15 giugno 1796

N. 28

Serenissimo Principe,
ben disposti i miei ordini per l’ammasso delle craine di questa Provincia mi soddisfa la sicurezza d’un esito corrispondente.
Esaurita la spedizion di quelle di Zara, mi capita in oggi da Sebenico la prima quota al numero di 173, che sopra due bastimenti senza remora proseguiscono per così sotto la direzione del Sergente Maggiore di quel territorio [Defrateo], e del conte Vidovich fu alfiere di collettizie, ambedue efficacemente desiderati loro Capi per questo straordinario servizio da quei vivaci terrieri.
Entrambi sono degni della sovrana clemenza, perchè non hanno il minimo stipendio.
Al carico del primo non è assentito alcun mensual assegno: ed il secondo oggidì soddisfa se stesso, ed il voto de’ sudditi prestandosi con rassegnata impazienza al pubblico servizio.
Non (?) su questo essenzial articolo dalla mia devozion esaurito nel precedente numero 27, ed abbastanza presidiato a conforto di chi serve colle Sovrane Ducali Primo corrente.
Il sempre inquieto, e torbido Pascià di Scutari, accelerando il suo armo, ripete con nuova lettera all’Illustrissimo Provveditore Estraordinario di Cattaro le sue rimostranze pel pronto pagamento delle 15 mila piastre levate a quattro negozianti Scutarini dalla prepotente violenza dei Pastrovicchi.
Trepida quindi quel prudente, e benemerito cittadino, che ben conosce il genio fedifrago, e intraprendente dell’ottomano comandante; e in pari tempo non sa ripromettersi alcuna risorsa per parte di que’ sudditi insensibili alle forme blandenti, ed alle minaccie altresì della pubblica indignazione.
Col divoto mio numero 24 ho rassegnata l’emergenza a Vostra Serenità; ne invoco le precise istruzioni, che tolgano da un ingrato imbarazzo la specialità di questa carica, ed allontanino ogni briga turbativa la tranquillità della superiore Provincia. Grazie.
Zara 15 giugno 1796.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
1 allegato (2 cc.).

Nota: Arrivato il 19 giugno.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.


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