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12 marzo 1617 Ambroso Corner

Dispaccio del 4 maggio 1617

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe
capitò hieri mattina improvisamente in questa città Hussain Agà di corte del signor visir Mehmeth bassà di Buda con lettere del tenore che la Serenità vostra intenderà dall’aggionta copia che gli invio per mio debito et ad ogni buon fine, insieme con copia della risposta c’ho fatto a quel signore. Il sudetto Hussain con altri quattro turchi suoi compagni sono da me stati veduti con grata ciera, havendoli fatti alloggiare et spesare con ogni honorevolezza, et nella partenza li ho anco donato alcune galantarie, et questo con solo fine di renderli ben affetti et obligarli a far buona relatione al loro signore, che per mio credere haverà a caro d’intendere questo buon trattamento verso li sudetti suoi servitori, et anco credendo così poter riuscire di sodisfattione di Vostra serenità. Tengono anco lettere per l’illustrissimo signor conte di Spalato, er però hoggi sodisfatti sono andati a quella volta. Gratie.

Di Sebenico, a 4 maggio 1617.
Ambroso Corner conte e capitano.

Allegati: lettera del conte di Sebenico al pascià di Buda (n°1); lettera del pascià di Buda (n°2).

Allegato n°1

Illustrissimo et eccellentissimo signore
Con particolar gusto et contento habbiamo vedute le compitissime lettere di Vostra eccellenza illustrissima, resene per mano di Hussain Agà suo servitore, sì per intendere il felice stato di lei, sì per l’honoratissima et importantissima carica degnamente conferita nella sua nobilissima persona, sì anco per la buona dispositione ch’ella ne significa havere verso di noi et de nostri sudditi, et della reta giutitia ch’ella è per administrare ad’ogn’uno, effetti proprii di buon rappresentante et della ingenuità di Vostra eccellenza, onde ne sentimo consolatione senza fine, et se ne rallegriamo con l’intimo del cuore. La ringratiamo poi delle cortesissime offerte ch’ella ne fa, et le ne conservaremo il dovuto obligo. Con questi rapresentanti, et altri sudditi confinanti del Gran signore la passiamo quietamente con amorevolezza et buona inteligenza, et conforme a punto alla mente publica, ne fin a quest’hora vi è corso alcun disgusto, ma solo amore, et il medesimo per la parte nostra procuraremo nell’avenire, sicuri che anco questi faranno l’istesso, e tanto più aggiongendovi il novo ordine di Vostra eccellenza, et certo che di questa buona intelligenza et amorevolezza tutti li sudditi, così de una parte come dell’altra, ne godono quanto dir si possa, il che ella medesima potrà intendere in ogn’occasione. Se in queste parti occorre alcuna cosa a Vostra eccellenza, riceveremo a gratia speciale li suoi commandamenti per poter servendola confirmarle la nostra dispostissima voluntà in suo servitio. Se per il passato habbiamo presentato ogni favore possibile a suoi sudditi, et administatoli buona giustitia, come la me scrive esserle stato riferito, questo è stato debito nostro per essecutione della commissione che tenimo dal Serenissimo principe nostro, et il medesimo anzi più, se più potremo, faremo nell’avenire, acciò dalli effetti ella conosca che siamo dispostissimi di continuare nella buona vicinanza, come è anco desiderio di Vostra eccellenza. Il sudetto Hussain con li suoi compagni sono stati da noi veduti con grata ciera, et trattati conforme al loro merito, come servitori di lei, che tanto stimiamo et honoriamo, et come meglio dal medesimo ella intenderà. Iddio l’allegri et feliciti per molti anni.
Di Sebenico a 4 maggio 1617.
Ambrosio Corner conte e capitano.

Allegato n°2
In lettere del conte e capitano di Sebenico de 4 maggio 1617.
Ricevute lì 3 maggio 1617.
Riverenza et cara salutatione a quelli che adorano Jesu Christo, cioè il signor conte et capitano di Sebenico, et altri gentil’huomini. Il felice Gran signore ci ha dato auttorità et commissione dalla Porta di Adrianopoli per tutto il paese di qua verso il Danubio, et tutti questi paesi ha sottomesso alla nostra auttorità, et ci ha dato il Passaluch di Buda, Canixa, Agria et tutti li altri paesi di Ongaria sino li confini di Viena et Polonia, et tutti li altri confinanti del felice Gran signore a noi sono stati raccomandati, dove dovendo di breve venire in Buda per governare tutti li detti paesi, et anco tutta la Bosna, Crovatia, et tutti li paesi maritimi per far giustitia et raggione a tutti, et habbiamo rittrovato che tutti li sudditi del felice Gran signore, così li poveretti come li marcanti che passano per il vostro mare, tutti si laudano della bona giustitia di Vostra serenità, et del bon trattamento che li fate, onde desideramo se alcuno delli suoi sudditi ha qualche querella, che li sia stato fatto alcun torto dalli nostri sudditi, che Vostra serenità ci scriva con darci aviso del tutto, per il che hora mandemo il nostro servitor Husain agà con la presente nostra lettera acciò Vostra Serenità possi dire, et scriver liberamente se alli suoi sudditi vien fatto alcun torto dalli nostri rapresentanti, et anco dalli altri nostri sudditi, stante la buona pace che hora è tra il felice Gran signore et il Serenissimo doxe, et facendosi alcuna cosa contra la mente del Gran signore et il suo commandamento, il tutto Vostra Serenità ci faccia intendere per mezo delle sue lettere, acciò noi possiamo fare giustitia et castigare li malfattori conforme alla mente del Gran signore, perché la nostra intentione è di viver a questi confini in bona pace et quiete, però vi habbiamo voluto scriver la presente acciò sapiate la nostra intentione. Et Dio allegri Vostra serenità.
Vezir Mechmet Bassà di Buda, da Belgrado.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.