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3 marzo 1617 - 22 luglio 1617 Marin Garzoni

Dispaccio del 18 marzo 1617

N. (senza numero)

Serenissimo principe
due giorni doppo partito il capigi bassì da questo contorno, espedì il sanzacco di Clissa un suo chiaus, persona di qualche conto, a Sebenico, Traù, et a questa volta con sue lettere per l’ordinario presente, che egli è solito ricever dalla publica munificenza col pretesto però di desiderar d’abboccarsi per occasione dei confini. Costui capitato prima altrove et appresentato, credo io, conforme all’ordinario di quei lochi, giunto poi qua pretese di esser liberamente introdotto nella città, et regalato medesimamente con doni, al che, non havendo io voluto assentire con la scusa delli rispetti di sanità per questa scala, et facendoli saper esser insolito l’appresentarsi gl’apportatori delle lettere di esso sanzacco, l’ho licentiato senza introdur questo nuovo abuso. Spesatolo però con li suoi homeni dentro nel lazaretto, et fattolo accompagnare da trenta soldati buon pezzo lontano, ostentando in oltre alle porte et alle guardie di questa città, et lazaretti molto numero di soldatesca, per esser avisato che sia egli stato mandato sotto il sovratocco protesto, per espiar in che stato si ritrovino li pressidii delle terre si confini di Vostra serenità, il che pure mi vien confermato da più di una instanza fatta intorno a ciò dall’istesso sanzacco alli ambasciatori che li portarno il presente, il quale ha egli ricevuto giusta all’ordinario, et con avanzo di spesa nei refrescamenti a benefittio publico, di cento e più ducati, come vederanno gl’illustrissimi regolatori alla scrittura dalli libri che se li mandano, sendo con tutto partir di Salona mi ha inviate et che io pur mando con la mia solita riverenza all’Eccellenze vostre in copia ingiunte alle presenti, con la risposta anco datali da me, havendomi egli insieme con straordinario termene di cortesia, mandato a donar un cavallo, il quale trattengo et trattenirò sino altro ordine di Vostra Serenità, non intendendo conoscer mai d’altro mezzo che dalla detta gratia di lei, qualunque incontro, o di honore et di utile che potesse in alcun tempo avenirmi. Devo humilmente aggiongerle di haver ridotta a tottal perfettione la fruttuosa fabbrica della Torre di Arsano, con spesa di ducati doicento in circa, armatala già con doi pezzi di artigliaria et dui moschetteri a difesa et della città et delli lazaretti, intorno a quali possono hora l’Eccellenze vostre viver sicurissime, et consolatissime per la frequenza di questa scala, seben s’aggravano questi mercanti di trattenersi troppo lungamente in aspettando le galee. Gratie.

Di Spalato, lì 18 marzo 1617.
Marin Garzoni conte e capitano.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.