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3 marzo 1617 - 22 luglio 1617 Marin Garzoni

Dispaccio del 19 aprile 1617

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe
invigilando io quanto più mi si concede dalla natural mia debolezza nel servitio di Vostra serenità, vedendo per li presenti sospetti  delli vasselli del duca d’Ussura intimoriti in modo questi mercanti della Scala, che già havevano mandato per cavalli in paese a fine di ricondursene le loro mercantie, confortatoli quanto ho potuto, ho raccordato all’eccellentissimo signor provveditor generale il caricar quatro di queste fregade per cotesta volta, con la scorta di due galee et altretante barche armate, consolandoli così et inanimandoli come a punto è riuscito. Sendo a Sua eccellenza illustrissima piacciuto il partito, come credo ne haverà anco dato conto all’Eccellenze vostre, l’interesse delle quali è l’oggetto unico d’ogni pensier suo, dimostrando in queste turbolenze particolarmente gli effetti della sua eminentissima virtù quale et quanta sia la sua devotione verso la patria. Di qua nasce è hoggi a punto con la giunta d’una (seben picciola) caravana, si può sperare che torni al primo stato il buon indriccio di questa Scala, assicurandosi essi mercanti che venghino le robbe loro condotte costà, che servità anco a gusto di Vostra Serenità per la diversione del pregiuditio inferito col ritorno loro in paese, al servitio di lei. Alla quale devo humilmente aggiungere che si destano a questi confini nuovi sussuri di tradimento contra questa sua città, di che anco resto avvertito dal medesimo signor provveditor generale, ammassandosi gran numero di turchi in questi contorni, con non mediocre sospetto. Onde quanto fosse bene l’accrescer questo pressidio, rimetto alla singolar prudenza dell’Eccellenze vostre, già per tante mani di mie lettere pur avisate di questo particolare, scoperto li mesi a dietro dalla spia che tengo in paese, et c’hora insieme mi fa sapere il medesimo, scrivendomi che li turchi in somma habbino fissamente l’animo a questo luoco, et per la Scala et per altri loro fini, invitati dalla tema che dimostrano (fingendo per aventura) che possi capitare in man d’altri, il che tutto sia per riverente notitia di Vostra serenità, et adempimento del mio gran debito seco, il quale esseguendo io con goni spirito, circondato hora da questi importanti rispetti, et per mar et per terra, non tralasio occasione alcuna, né di giorno né di notte, dove io possa assistendo e servendo assicurare et invigorire ogni ben che minimo interesse dell’Eccellenze vostre illustrissime. Gratie.

Di Spalato a 19 aprile 1617.

Marin Garzoni conte e capitano.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.