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3 marzo 1617 - 22 luglio 1617 Marin Garzoni

Dispaccio del 28 maggio 1617

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe
mi capitano da zelo di natural devotione del signor vicario di Steffani sudito di Vostra serenità le ingiunte lettere che m’è parso ad ogni bon fine indricciarle con solito della mia riverenza, perché da una di esse comprendano l’Eccellenze vostre la poca speranza che mostrano haver di favore li ministri cesarei alla Porta, benché tutto ciò sarà loro d’avantaggio sin hora stato notificato dalla singolar diligenza, et virtù dell’eccellentissimo signor bailo Nani. Mi move in oltre ad inviargliele perché vedano esse la essibitione che in certo modo fa detto Steffani dell’augumento di questa Scala, quando di comission publica potesse egli trattenirsi in Paese, dove ha longhissima et in[?]sichissima pratica, dimostrando ciò in effetto col distornar che ha fatto della Scala di Ragusi quel Nadali et quegl’altri mercanti turchi, et stimando io l’offerta di lui perciò col mio senso non sparezzabile, senso massime senza agravio di spesa alcuna, et conoscendolo per publica voce et fama d’ogn’uno in queste parti per persona d’esperienza, valore et fede, col rimettermi però all’ordinario a quanto sempre stimerà Vostra Serenità di suo compiacimento, et di suo servitio, nel qual pregola restar servita di gradire almeno in me la prontezza della volontà, dove per natural debolezza mi si contende l’opera. Gratie.

Di Spalato, a 28 maggio 1617.

Marin Garzoni conte e capitano.

Allegati: Lettere indirizzate a Pietro Bonomo da parte di Herman Cermi, funzionario imperiale a Costantinopoli (n°1, n°2); lettera del vicario Stefani (n°3); lettera di Herman Cermi al pascià di Buda Mehmet (n°4).

Allegato n°1

In lettere de Spalato de 28 maggio 1617.

Illustrissimo signor mio oss.mo[?]
havendo io inteso che Vostra signoria è arrivato in Albagreca con lettere di Sua Maestà Cesarea, quali poi mi sono state portate da altre persone, perciò son restato tutto confuso et stupefatto, sì per non essere Vostra signoria venuto a Constantinopoli (dil che haverei pagato qualsivoglia cosa che fosse venuto) oltre che non posso pensare, né immaginarmi per qual causa Vostra signoria non habbi seguitato il viaggio sin a Costantinopoli; et anco per non haver io havuto quatro riche sue di aviso, dil suo arivo in Albagreca con sanità, il che mi sarebbe stato molto caro l’intenderlo, si per sapere come passa il mondo, quanto anco per l’affettione qual gli porto di tutto cuore, et anco per la buona amititia qual fra noi passa. Questo mi ha dato molto che pensare, né sin hora ho potuto accertarmi del perché; mi vado anco pensando che forse Vostra signoria mi habbi scritto et che le lettere siino state intercette da qualche curioso. Hora vedendo io che Sua maestà cesarea mio clementissimo signore per le sue letere mi chiama alla corte (dil che ne rendo gratie infinite a Dio, et a Sua maestà cesarea) così son stato dallo visir Azem a procurare acciocché parli con il Gransignore per haver licenza, et per poter esser espedito quanto prima come desidero. Signor Bonhomi, gli giuro da cavagliero che l’haverei veduto tanto volentieri quanto dir si possa, si per l’affettion che gli porto quanto anco per discorrer seco delle cose dil mondo, Vostra signoria s’assicuri che li sono amico di cuore, et dove mi nascerà occasione per servitio di Vostra signoria, dalli effetti conoscerà la buona mia volontà et desiderio verso la persona di Vostra signoria alla quale per fine mi raccomando et gli prego da Nostro Signore ogni maggior bene.

Di Costantinopoli, allì 29 aprile 1617.

Affecionatibus Servus

Herman Cermi.

Allegato n°2

In lettere de Spalato de 28 maggio 1617.

P.S.
Questi giorni passati doppo haver receputo lettere di Sua maestà cesarea non ho mancato di sollecitar dal visir Azem per la partenza, et mi ha risposto che lo proponerà al Gransignore, né sin hora ho potuto havere risposta, et come posso comprendere il passato chaimechann è assai contrario a questo. Io non mancarò di sollicitar con ogni caldezza come mi si conviene il detto negotio. Desiderarei molto che Vostra signoria fosse qua, perché haverei assai che dirgli. Io me ne venerò quanto prima se non sarò retenuto, prego Vostra signoria a scrivere di quanto sa, et più volentieri haverei visto la persona sua se fosse stato possibile, con che facendo fine a Vostra signoria mi raccomando di tutto cuore.

Di Costantinopoli, allì 2 maggio 1617.

Allegato n°3

In lettere de Spalato de 28 maggio 1617.

Illustrissimo [?] mio colendissimo.

Essendo chapitato l’altroeri in questa cità di ritorno di Sofia con dieci omeni e quatro chavali per mi usso per portarmene al charicho dovuto nel champo del Friuli, da dove con licenza di quel ecelentissimo proveditor generale chapitai qui, non ho voluto manchare per debito di riverente zello che mi spinge alli interesi di Sua serenità notifichar a Sua signoria illustrissima chome è chapitata l’armata di Spagnia in questo porto di Santa Chroze, col numero de 19 galere ben armate con bertoni 12, ad augumento de le qual forze anno pilgiato due bertoni raguseii armandoli con una grosa marciliara et un altro bertone, che se ne veniva carico di giente per servitio de la serenissima Republicha, se bene essa giente si è salvata in tera et se ne pasata verso Chataro, sperando in oltre che di breve gli abiano achapitare sei galere di [Francia?], 6 di Malta con altre di Cililia con altri 6 bertoni […] si sapendo però il loro fine per quanta dligiencia […] in altri usate, per saperlo ma per certe amutinacioni che si schoprirno in Albania, si due che abiano pensieri di pasarsene a quela volta, anchor che le speranze loro sarano fatto anulate per la venuta del bassà con infenito numero di giente contra la temerità delli arbanesi, et per che se atrova con essa armata quel Ferdetii uschocho famoso, stimatisimo da questi signori ragusei che in lui stimano le proprie condicioni, si giudicha che li servirà per schorta nel Quarner in agiuto de arciducali, agiogiendole che Schenda bassà se ne andato in la guera contra chosachi con pochisima speranza di riusita della sua impressa rispeto che quelli anno fato groso numero di esercito per resistere che farle di questo né ochorendomi per hora altro in tal proposito né in altro per avere io [?] illustrissima con le di già schritole da Sofia suficientemente avisatolo di molti particolari con messo aposta, le bacio riverentemente per fine la mano.

Di [Ragusa?] 26 magio 1617.

Vicario Stefani.  

Allegato n°4

In lettere de Spalato de 28 maggio 1617.

Illustrissimo signor mio osser.mo[?]

Con questa mia vengo con ogni maggior affetto a salutae Vostra signoria illustrissima et a pregargli da Dio ogni felicità. Aviso anco Vostra signoria illustrissima come non ho mancato di usar ogni diligentia accioché Ahmet agà et Jusuf agà agalarii di Canisa quali erano priggioni alle Sette Torri siino stati liberati, et così se ne vengono da Vostra signoria illustrissima, et io ghe li raccomando con ogni affetto, et Vostra signoria illustrissima mi farà gratia accioché li nostri siino ancora loro liberati, et così di giorno in giorno si anderà accrescendo l’amititia fra questi duoi grandi imperatori in honore di Dio, et per utile et riposo de tutti questi poveri suoi sudditi. Ho hauto letere di Sua maestà cesarea con ordine di ritornar alla corte cesarea, et così son andato dal visyr Azem a procurar accioché ne parli con il Gransignore per haver licenza di andare, et per poter esser espedito quanto prima, et così prego Iddio che sii quanto prima, acciò con la venuta mia io possi haver occasione di servire a Vostra signoria illustrissima personalmente come desidero, come sempre sarò pronto di fare (con tutto il cuore) in ogni luogo et in ogni occasione che mi si rappresenterà. Di novo non vi è cosa degna di scrivere a Vostra signoria illustrissima, et per ciò faccio fine con pregar a Vostra signoria illustrissima da Dio ogni maggior bene, et ogni felice compimento a quanto desidera.

Di Costantinopoli, allì 29 aprile 1617.

Affecionatibus Servus

Herman Cermi.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.