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3 marzo 1617 - 22 luglio 1617 Marin Garzoni

Dispaccio del 18 luglio 1617

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe
Nella strettezza che tuttavia si prova a questi confini nel far levata di gente suditi alieni, ha piacciuto al Signor Dio concedermi gratia, ch’oltre la compagnia del capitan Nicolò Stipancich già dieci mesi ad instanza mia venuto con cinquanta soldati al servitio di Vostra serenità, si sia anco hora contentato il capitan Vicenzo Musinovich di condurne altri cinquanta, che di giorno in giorno saranno ammassati con l’aiuto d’alcuni turchi confinanti miei amici, col mezzo de quali et d’altri insieme procurerò d’usar nova diligenza in questo stesso servitio, nel qual per verità, se bene è publicato il comandamento regio della Porta, che possa chi si sia venir liberamente a servir l’Eccellenze vostre, s’incontrano nondimeno molte difficoltà, come hanno esperimentato questi eccellentissimi signori proveditori generali. Devo in oltre significar loro con la mia solita riverenza haver io espedito subito all’eccellentissimo bailo di Costantinopoli l’aviso dell’infortunio occorso alle galee di mercantia ad ogni buon fine, come ho pur fatto al signor Velutelli in Seraglio di Bossina, et con persona espressa anco al sanzacco di Clissa, con ordine di trattar seco di più l’estratta da qualche numero di gente et l’esser insieme soccorso a queste marine, quando con l’ordinaria temerità tentassero li comuni nemici spagnoli, o con sbarco o con altra via, d’infestarle. Sospetto che ragionevolmente nasse in me, et deve cascare in ogni uno per le continuate insidie che tendono ragusei a questa Scala, il mantenimento della quale è hora appoggiato unicamente alla singolar prudenza et liberalità dell’Eccellenze vostre, che sapranno son sicurissimo anco dal mal seguito cavar [?] di gloria, et d’utile, a confusion d’altri, volendo le congiunture presenti che si deva trattar con mercanti con termine estraordinario, per riparar col minore al maggior danno, nel qual fino io del continuo non manco né mancherò mai d’ogni possibil dovuta ci[?]pittione, così nella custodia di questa città come in ogni altro benché minimo interesse della Serenità vostra, tutto [?] all’estremo di genti et di monitioni, et soprafatto pure dalla natural mia ordinaria debolezza  sovenuto non di meno dal Signor Dio in qualche turbolenza et dalla veemenza della mia prontissima et ossequentissima devotione. Gratie.

Di Spalato, a 18 luglio 1617.

Marin Garzoni conte e capitano.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.