• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

3 marzo 1617 - 22 luglio 1617 Marin Garzoni

Dispaccio del 19 luglio 1617

N. (senza numero)

Serenissimo prencipe
Sono comparsi qua li mercanti fuggiti dalle galee di mercantia nella perdita di esse, e con spettacolo lacrimoso, indolendosi con la solita barbarie turchesca, non mortificata neanco in tanta sciagura, hanno ricercato all’eccellentissimo signor general Zanne d’esser ressarciti del patito danno, rivolgiendo pure le medesime instanze innanti di me. Ha procurato Sua eccellenza, con l’ordinario della sua humanissima natura, d’adolcirli et confortarli quanto sia più stato possibile, come pur ho io fatto, appresentando fra essi un certo chiaus persona principale della Porta, per consolarlo et notificar l’alterezza dei concetti che spende. Il presente fattoli però di qualche refrescamento solamente tolto dalla mia casa, senza aluna minima spesa del publico. Haverà Vostra serenità credo io dal medesimo eccellentissimo signor proveditor generale la dimanda fattali da essi in scrittura circa la quale, benché non si debba per la bocca in cielo, ardirò pur dirle, supplicando l’Eccellenze vostre condonarmi l’ardire con l’ardore della mia devotione, et con la passione del mio animo, che mi fa per aventura delirante nel loro servitio, ch’io stimarei unico et proprio rimedio all’iminentissimo pericolo che sovrasta a questa Scala della tottal sua dissolutione, l’infonder nelle piaghe di questi infelici dannificati qualche stella di pietosa publica munificenza, confondendo così l’insidiatori nimici, che non procurano altro che la ruina di questo importantissimo negotio, il quale spererei per questo modo dover incontrar nella vessatione l’augumento a gloria particolare della Serenità vostra, rimettendomi però sempre con ogni humiltà alla inimitabil sapienza di lei, alla quale devo riverentemente aggionger che attrovandosi qua da cinquemille e seicento coli in circa di diverse merci, quatro[?] nella de quali si trovano liberi fuori di contumacia, temo che non trovandosi subito modo sicuro d’incaminarle a cotesta volta, non rissolvano i patroni di esse di riportarle in paese, come par che accenino, et che sia anco successo d’altre doicento somme capitate sino a Salona, luoco distante doi soli miglia, et fatte ritornar in dietro. Questo rispetto m’ha mosso a raccordar a questi eccellentissimi signori proveditor generali di procurar mezzo per incaminar dette robbe almeno sino a Zara, et troncar così il dissegno ai mercanti delle asportation di esse, la qual certo cagioneria la total dissolatione della Scala con tanto pregiuditio dell’Eccellenze vostre, quanto possono comprendere d’avantaggio a che procuro io per ciò di riparar quanto più posso con haver promesso ai mercanti di ricever le loro robbe libere di sospetto nella città, sendo essi molto intimoriti dalle voci sparse che vogliano i spagnoli ad instanza de ragusei tentar il [svalleggio?] di questi lazaretti. Il che non piaccia al Signor Dio che segua, sendo sprovisto questo luoco all’estremo di genti, monitioni, et vitovarie, et constituto in malissimo stato di potersi diffender, tutto che io non tralascio per quanto posso ogni benché picciola occasione per la sua diffesa et sicurtà, paratissimo a spender con ogni prontezza d’animo la stessa vita per publico interesse, nel qual solo, et lo sa Dio, tende unicamente ogni mio pensiero, et ogni fine. Supplico per tanto umilmente Vostra serenità et l’Eccellenze vostre illustrissime di dar quegl’ordini in così grave materia che stimeranno per loro prudenza più opportuni, a fin che volendo questi mercanti la restitutione delle loro robbe per riportasele, io sappia, come ben governarmi, incontrando la publica sodisfattione senza colpa della mia debolezza, et senza pregiuditio di quel desiderio intensissimo che vive e viverà immortalmente in me di ben servirle. Gratie.

Di Spalato, a 19 luglio 1617.

Marin Garzoni conte e capitano.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.