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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 30 giugno 1796

N. 33

Serenissimo Principe,
il mercante scutarino, che in union a tre compagni soffrì già due anni lo spoglio di 10 mille piastre per rea opera de’ Pastrovichi. insofferente di maggior ritardi, prevenne col suo distacco da questa Piazza il ricapito delle pubbliche deliberazioni.
Forse egli disegna produr da se direttamente al regio trono le sue supplicazioni.
L’impegno, che assume in questo molesto affare l’insidioso Pascià di Scutari (e lo autenticano le già trasmesse sue lettere) chiamò due volte la mia esattezza ad umiliarne coi numeri 24 e 28 alla maturità di Vostre Eccellenze i più circostanziati rapporti.
Mi giova in oggi la volontaria partenza dell’indolente scutarino mercante; mentre al confronto della Ducali 18 cadente sono in grado, senza bisogno di usar destre dilazioni, invocara a mia regola di nuovo la Volontà Sovrana.
Invero Io, se quanto l’Eccellentissimo Senato comandò col Decreto 21 Maggio decorso, che soltanto parla della Brazzera Durazzina derubbata già cinque anni dai Pastrovichi in colleganza dei Comuni di Maiene, e Braichi, debba eziandio applicarsi all’asporto delle 15 mille piastre.
Sebbene coincidano ad un dipresso tra loro questi due gelosi articoli in quanto concerne la criminalità dell’attentato, pure sono distinti per molte circostanze di tempo, di persone, e di prezzo.
Nel primo caso è indeterminato il numero de’ rei, ed il valor del furto; nel secondo l’importo del reclamato compenso si concreta ad una certa summa, e furono già liquidati per l’esaurita Inquisizion i colpevoli attinenti alla sola Comunità di Pastrovichio.
L’uso della destrità, e della prudenz ha finora giovato a protrarre i disturbi a Vostra Serenità; ma sembra appunto, che il benefizio del tempo trascorso s’inverta oggidì a maggior aggravio, giacchè rinvigorisce l’estera indolenza, e si corrobora nè rei sudditi lo spirito di colposa insubordinazione ai replicati pubblici comandi.
Questo reciproco contrasto di opposti disegni angustia la mia dipendenza, che non sa lusingarsi dell’ossequio de’ sudditi, perchè paghino; nè d’ulterior tolleranza de’ Scutarini, pei quali Machmut ripete l’effettivo rimborso.
In tale stato d’imbarazzante perplessità mi suffraghi la Sapienza Sovrana, a cui il mio rispetto non traccia nuovi rimarchi ad esaurimento di un’intrigo abbastanza noto, ed oggidì sublimato.
Nell’unita original lettera del governator di Fiume abbiano intanto Vostre Eccellenze le risultanze della definita competenza per l’irregolar ammaina mento della bandiera imperiale colà comandato al direttore della lancia austriaca.
Soddisfatto pienamente quel comandante del lungo arresto, che per più mesi ha sofferto il fante di quell’officio di sanità, retribuisce con grati sensi, promette un ricambio di leal vicinanza, ed interpone i suoi uffizi per la liberation del retento, e suo ripristino nell’impiego, da me esaudito a conforto di quel sgraziato individuo.
Rivolte sempre le mie sollecitudini ai successivi ammassi delle craine, ho verificato nei dì 22 e 23 spirante tre spedizioni al numero complessivo di 402 craine della Sardaria di Devres, territorio di Knin.
Mentre attendo il ricapito dell’altre estraibili da quel vasto riparto, distacco in oggi da queste rive il vice colonnello sergente d’Imoschi Danese alla testa di 170 di que’ terrieri finora raccolti in quel limitrofo dipartimento.
Ho no dubbj riscontri, che siano già partite da Cattaro le quattro compagnie oltramarine, e con esse anche il benemerito brigadiere Cleva.
Impegnato l’Illustrissimo Provveditore Estraordinario a rianimar la fede di que’ sudditi, io ne attendo gli effetti: per acclerarli vi ho inoltrato un apposito bastimento, affinchè la presente stagione, che distrae per oggetti commerciali da quelle rive le barche nazionali, non ne protragga la missione della gente raccolta.
Egli mi partecipa, che in quella Provincia qualche suddito si è offerto spontaneo di formar una leva de’ finittimi montenegrini sotto la propria devozione per incontrar quindi il servizio a tenor delle pubbliche disposizioni.
Ho applaudita la giusta riserva di quell’avveduto cittadino usata verso gli offerenti con modi lusinghieri, onde non disanimarli dal proposito, finchè mi giungano su di esso gli autorevoli cenni dell’Eccellentissimo Senato.
L’esempio risvegliando l’emulazione forse produrrebbe utili effetti, e le città dell’inferior Provincia forse sariano per gareggiar in questa premurosa occasione con quelle della Superiore nè rispettivi contorni.
Comunque sia per essere il risultato delle imperanti prescrizioni su tal articolo, trovansi già disposti alle rive di Sebenico, Traù, Spalato, e Macarsca i bastimenti retrocessi da costì, e mi lusinga la comparsa di nuovi territoriali.
Non circoscritto il numero di essi da Vostra Serenità, ho dettagliato anche le isole del Quarner, e quelle della Brazza, Lesina, e Curzola.
Vicine a riunirsi in questa piazza anche le compagnie de’ graduati della truppa nazionale non sarà inoperosa la mia attività affrettandone le mosse per costì all’ubbidienza dell’Eccellentissimo Savio alla Scrittura.
Non per anche giunto da Traunik il fedelissimo Calavrò, quel Visir, a fronte delle precise mie risposte alle di lui indolenze sui pretesi usurpi di turco territorio, siccome ho rassegnato a Vostra Serenità coi precedenti numeri, volle replicarle nel passato aprile, e nel cadente mese.
Apportatovi di sue lettere il tartaro Amet Agà trattenutosi nei lazzaretti di Spalato, ed il turco Alì Covacich di Livno, furono ambedue, a tenor del costume, giornalmente spesati coi rispettivi compagni, provveduti di foraggio i cavalli, supplito le spese di guardiania, e congedati colla consueta mancia in denaro, e dono di pochi effetti.
Nell’unite polizze di zecchini 47: soldi 12 pel primo, e di zecchini 29 è per l’altro, sono individuati gli oggetti dell’occorso dispendio, e i capi disposti, implorando di tutte il voto cauzionale di sovrana approvazione. Grazie.
Zara 30 giugno 1796.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
Allegati 3 documenti: lettera del Governatore di Fiume datata 27 maggio 1796; polizze relative al trattamento del tartaro e del turco (6 cc.).

Nota: Arrivato il sei luglio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.