7 marzo 1616 - 23 luglio 1617 Alvise Zane
Dispaccio del 7 marzo 1616
N. (senza numero)
Serenissimo principe
continuando io con ogni possibil vigilanza oltre il governo di questo popolo per investigare insieme le operationi de confinanti che habbiano a rissultare in pregiuditio, o giovamento della Serenità vostra, mi si è presentata occasione di ridure nelle aggionti constituti alcune considerabili proviggioni fatte et che tutta via si continuano a Brandizzi, et in Trani di Puglia. Appresso di ciò, copiosi particolari dell’essere et stato presente di Segna, il che ho stimato di fare, non perché da altre parti sia per mancare alla Serenità vostra più essata informatione di quello succiede, ma perché il zelo della divotione mia mi sprona in diligenza alla sodisfattione dell’obbligo che conosco tenire in questa carica. Le quali cose ho ammunicate alli illustrissimi signori capitano et provveditore generale della cavallaria miei colleghi, et immediate all’eccellentissimo signor provveditor generale Belegno, così con affetto di humiltà le invio alla Serenità vostra, alla quale spedirò sempre quel più che alla giornata mi dimostreranno le occorrenze, degno della sua intelligenza. Gratie.
Di Zara, lì 7 marzo 1616.
Alvise Zane conte.
Allegati: costituto di Ruda Stoicich, Elena (sua figlia) e Margarita moglie di Nicolò Pastrovichm tutte fuggite da Segna (n°1); costituto del marinaio
Vicenzo di Nicolò della Brazza riguardo il Sottovento (n°2).
Allegato n°1
Particolari intorno lo stato presente di Segna
Adì 7 marzo 1616.
Inanti l’illustrissimo Alvise Zane conte di Zara. Fatta venire Ruda quondam Pietro Stoicich da Segna, moglie in 3° matrimonio de Zuanne Liach da Grusi territorio di Zara, et hora per quanto lei asserisse soldato nella compagnia del signor capitano Lodovico, cioè Lorenzo Nassi nobile Zaratino, et dimandata che cosa faccia nella villa di Rasanze di questo territorio, come vi sia capitata, et come passino le cose di Segna, rispose a particolare per particolare nel modo infrascritto. Vostra Serenità, questo mio terzo marito già 13 anni capitato in Segna, mi prese per moglie. Dopoi molti mesi si partì da Segna, et venne al servitio del detto capitano Nassi, senza mai mandarmi sovenimento di alcuna sorte, per il che astretta dalla necessità che è in quella città, mi son rissolta fugirmene con questo figliolo de anni 11 che vedete, con questa figliola et suo figliolino che tiene in braccio, et con quest’altra donna chiamata Margarita Sebenzana che ha voluto meco sortar la vita. Habbiamo fatto il viaggio per la Morlacca mangiando herbe, et venerdì passato otto giorni arrivassimo alla Reva della Morlacca, dove trovassimo una barca con huomini di Rasanze che havevano fatte legne, a quali, mossi a compassione delle nostre preghiere, delle lacrime, e dello stato nel quale ne videro, ci traghetorono a Rasanze, dove sin hora siamo vissute di elemosine.
In Segna sono circa cinquanta soldati tutti todeschi. Nel castello ve ne sono circa vinti pur todeschi. Fano guardie diligentissime, sono ben provisti de arme, et monitioni. Aprono le porte della città un’hora doppo giorno con diligentissima scoverta, et le serrano un’hora avanti la sera. Quello che comanda al presente in Segna è Paulo Dianisovich vice capitano, et proprio di Segna, et comanda anco in fortezza. Già 15 giorni in circa vi entrò un Turco per quanto corse voce per la città, il quale portò lettere al detto vice capitano, et corse anco fama per la venuta di quel turco che a Carlovaz erano andati 50 turchi per l’accomodamento che tratta il Gran turco tra lui et certi luochi arciducali. Io non so che habbiano fatte mine in parte alcuna. Alla porta che guarda verso la fortezza, già un anno in circa hanno fatto una fossa, et sopra di essa un ponte levadore. Alla porta verso marina, cioè davanti di fuori, hanno fatto un monticello de travi, pietre, et terra che guarda et ripara essa porta. Alla terza porta non hanno fatta novità alcuna, ne anco alle mura della città. Della fortezza non so dirvi, perché non li pratticava. Dicevano che a Fiume, cioè a quella volta l’arciduca era per mandar molta gente, et per questo in Segna non facevano alcuna preparatione. Li uscochi che solevano esser in quella città, et in gran numero, parte sono morti al campo, parte sono morti per le infirmità che portavano dal campo, et parte sono stati ammazzati in qua et in là. Hora tra segnani naturali, et pochissimi uscochi, nella città sono circa cinquanta, quali alcuna volta vano verso Gradisca, et poi rittornano, ma otto, dieci alla volta. Quelli di Fiume quasi mai vano a Segna, essendovi massime al presente poco amor tra loro. Le barche armate da Fiume non vano mai a Segna, temendo di esser assaltate dalle barche armate venetiane ad’un certo stretto di Castel Muschio. Li soldati todeschi che sono nella città mai usciscono. Quelli della fortezza alcuna volta, a quattro et cinque entrano nella città ad abbocarsi con in vice capitano et per le cose che hanno bisogno, nel qual tempo fanno guardie straordinarie. Li soldati della città, et fortezza non ho veduto mai che siano stati cambiati, et questi che hora vi sono è molto tempo che vi si attrovano. Non so come vengano mandate le loro paghe, ma il vice capitano li da denari, vino, pan, carisee, et cose simili. Credo che de uscochi Segnani per mio giuditio possano hora esserne al campo cento, o ducento. Alcuna volta questi mandano alle donne loro denari et qualche animale, et alcuna volta vengono a Segna in dieci et vinti di loro, et stati la otto o dieci giorni rittornano al campo. Le botteghe che si tenivano aperte hora sono serate, perché non vi sono ne mercanti, cioè botteghieri, ne robbe da vendere. Si diceva che questi 50 tra segnani et uscochi che si attrovano nella città fossero per andare a Gradisca. Il pane piccolo come un pugno si paga due gazete. Un piccol boccal di vino otto soldi. L’oglio 30 soldi a rason di lira venetiana. Un pugnetto di sale, due gazette. L’aceto è carissimo. L’oglio et il sale vien mandato da Trieste. Il pane, formento, over farina è condotto da Fiume et da Brigne, et anco Otozaz lochi arciducali. Il vino poi è mandato da Buccati, Higlin, Drivenich, Grisan, et da Bribir luochi parimente arciducali vicini a Segna. Fava, altra sorte de minuti, ne grassine non ne hanno in quantità alcuna. Hanno carne solamente quando depredano. Avanti la guerra uscochi uscivano verso l’Istria a bottinare, e conducevano cavalli, animali bovini, castradi, et putti, quali putti vendevano a turchi. Hora non fanno queste cose. A Segna hanno due sole barche, una pescarezza et una simile a barca armata, la quale andavano accomodando. La vettovaglia che da Fiume et altri luochi va in Segna vien condotta di giorno sopra animali fino a Novi, et di là per barca sino a Segna, ma prima che le barche partano da Novi fanno diligentissima scoverta, temendo di esser assaltate et menate via dalle barche armate venetiane, et vano nella città all’hora di vespero. Et hoc.
Elena figliola della sudetta Ruda, disse esser moglie di Zuanne Merselich da Poglizza sopra Almissa, che per sue disgratie già cinque anni andato a Segna si maritò il lei, et già un’anno andato dall’eccellentissimo signor generale per accomodarsi fu posto sopra una galera. Tolta in disparte confirmò esser vere le cose sudette, et ha un figliolino.
Margarita moglie di Nicolò Pastrovich dal borgo di Sebenico, disse che già dieci anni andò co’l marito a Segna, essendo stato bandito, et che poi già quattro anni fu ammazzato con altri segnani sotto Islan. Havuta in disparte affermò le cose suddette.
Allegato n°2
Particolari di Sottovento.
Essendo capitata in questo porto una barca da sottovento, patroneggiata da Vicenzo de Nicolò dalla Brazza, et fattolo venire davanti l’illustrissimo signor Alvise Zane conte di Zara. Fu addimandato di che luoco egli venga. Rispose. Io son venuto da Trani de Puglia. Interrogato quanto tempo sia che manchi dal detto luoco et che nuove siano in quelle parti. Rispose. Appresso otto giorni mi partiti, et a Fosa, Maferdonio, Barletta, Manopoli, Brandizzi, et Lezzi fanno pan biscotto in grandissima quantità. Et dicono, perché l’armata del re di Spagna è per venire in Golfo, et per questo effetto cavano anco il porto de Brandizzi, il quale io non ho veduto a cavare, ma l’ho sentito a raccontare dalli medesimi de Brandizzi, là a Trani, dove se ne parla publicamente. Et dicono che l’armata vi sarà alla fine del presente mese, et che sarà de trenta galie, et trenta bertoni che sono a Napoli, et che a Manferdonia starano continuamente sette bertoni. Non dicono a qual’effetto essa armata debba venir fuori, ne contra chi habbia da andare. È andato là a Trani un commissario da Napoli, et per tutta la Puglia ha fatto descriver tutte le biave, et vini, principiando da Manferdonia sino il capo di Ottrento, prohibendo la estrattione de grani, de orzi, et delli vini. Non posso saper che quantità de biscotto facciano. So ben questo, che dicono, che per ogni luogo, quattro forni et più lavorano giorno et notte. Et può esser più di un mese che hanno cominciato a far il detto biscotto. Tutti li huomini d’arme et pedoni ordinarii pagati dal re sono andati a Napoli circa il fine febraro passato, et oltre di questo, il vice re di Trani, per ordine havuto da Napoli, ha scritto un’homo a cavallo per ogni cento fuoghi di ciascheduno di quelli luochi, ma però ancora questi non sono partiti, et stano preparati et pronti per ogni ordine. Il medesimo vice re di Trani ha riveduto tutti essi luoghi, et li pezzi de artigliaria che non erano buoni li ha mandati a Napoli, da dove non so se ve ne siano stati rimandati d’altri. Et sopra molte dimande fattegli, havendo pensato alquanto, rispose non saper dir’altro. Et hoc sunt.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.