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7 aprile 1617 - 22 luglio 1617 Alvise Zane, Marco Giustinian, Piero Quirini

Dispaccio del 7 aprile 1617

N. (senza numero)

Serenissimo principe
havendo noi sotratto che il duca d’Ossuna vice re di Napoli favorisce apertamente uscochi, violentando li suoi sudditi a prestar ogni agiuto a quella inimica natione, habbiamo ricevuti quelli maggiori particolari che sono stati possibili nel qui ingionto constituto, il quale è stato mandato da noi all’eccellentissimo signor provveditor general Belegno, et con l’ordinaria nostra riverenza ispedimo unitamente a Vostra serenità non tanto come degni di assoluta fede, ma perché restandone avisate Vostre eccellenze illustrissime possano dargli quella credenza che stimeranno per l’infinita loro prudenza. Invigilaremo tra tanto de intender ogn’altra operatione che possa servire alla custodia di questa fortezza, et che meriti la notitia della Serenità vostra, alla quale humilmente aggiongemo come in questo punto ricevemo aviso delli cinque bertoni del vice re di Napoli arrivati sotto Corzola quattro giorni sono. Di che parimente ne vien avisato l’eccellentissimo signor general Belegno con lettere dell’illustrissimo signor conte di quella città rispeditele per Paulo Paulini, come più difusamente si vede dal qui allegato constituto. Il che servirà ancor a noi per attender con estraordinaria vigilanza al governo, et custodia di questa fortezza. Gratie.

Di Zara lì 7 aprile 1617.

Alvise Zane conte, Marco Giustinian capitano e Piero Quirini provveditore della cavalleria.

Allegati: Costituto di Natalino Ruzzini sugli uscocchi (n°1); costituto di Paolo Paolini riguardante i bertoni del viceré di Napoli a Curzola (n°2).

Allegato n°1

In lettere di Zara de 6 aprile 1617

1617 adì 6 april

Constituto alla presenza dell’illustrissimi signori rettori et provveditor generale della cavallaria Nadalin Ruzini patron del vassello del illustrissimo signor Domenegho Marin, et omissis.
Io con il sudetto vassello carico d’oglio già quattro giorni partì da Besegia alla sprovista per sospetto d’esser trattenuto per esser vassel Venetian per causa ch’è venuto al capitano de Besegia un commandamento del vice re di Napoli, col suo sigilo et sottoscritto di sua mano, con ordine espresso che tutti et esso Capitano in particolare debbi dare agiuto di vittovaglia, polvere et qualunq’altra cosa facesse bisogno a tutte le barche d’uscochi che capitaranno per tutto il Stato del re Filippo. Il qual mandato, et ordine lo veduto, et letto io in casa del capitano et lo sentuto a publicare, che ha apportato molto dispiacere a tutti quelli della città che mal volentieri daranno ricetto a detti uscochi, de quali essendone a Pescara una barcha che perse li giorni passati un galion in schiavonia carico di sale et andovani, la mettà de quali uscochi sono andati a Napoli, et l’altra mittà caminano liberi et tutti con le loro arme, essendo stati posti alla custodia del galione diversi soldati, et questo l’ho letto io in Besegia in lettere scritte da Bari a un certo Marc’Antonio de Marco bergamasco. Nel medesimo loco mi disse Mauro Possa venuto novemente da Napoli, che già sedeci giorni erano di la partite dieci galee et sei bertoni tutti in conserva, et furno quelli che combaterno l’anno passato con l’armata urchesca, dicendosi andare in Levante, quali tutti vasselli sono armati con gran somma di vettovaglie, monitioni, et gente, e perché rimasero in terra accidentalmente tre huomini di detta armata furno fatti appicare, et che la cavallaria[?] fatta in quel luoco ancora si ritrovava, et [?] esser anco che il porto di Brandizi si netasse, et fa …
Allegato n°2
In lettere de Zara de 7 april 1617
1617, 7 aprile
Paulo Paulini cittadino di Corzola ispedito dall’illustrissimo signor podestà di quella città all’eccellentissimo signor proveditor general Belegno. Interrogato diligentemente da noi conte, capitano et provveditore della cavallaria di Zara, Riferisce così.
Lì 5 del presente mese circa le 23 hore, cinque bertoni spagnoli armati di gran pezzi d’artigliaria et quantità de soldati, diedero fondi all’incontro la città di Corzola et lontano un miglio, in luoco chiamato Samoschie territorio raguseo. Veduti che furono, fu dalla città sbarato un pezzo con balla, et li bertoni risposero con tiro senza balla. Doppo che fu ispedita una barca a lai per intender chi fossero, quali risposero di esser spagnoli che vano contra vasselli di male affarre. Addimandorono delle galie grosse venetiane, et inteso che s’attrovano a Liesina, si feccero scostar da lai la barca. Doppo che il clarissimo signor Conte subitamente fecce entrare nella città quel maggior numero di persone con le loro armi che fu possibile, facendo anco per il territorio espressamente avisare cadauno, acciò stiano vigilanti, et lesti, et si rittirino nella città. Altro non ha saputo dire et cetera.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Dalmazia, b. 16.
Trascrizione di Marco Rampin.