• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 25 luglio 1796

N. 37

Serenissimo Principe,
venera la mia divota dipendenza il contemporaneo ricapito in oggi di due Sovrane Ducali, contraddistinte l’una e l’altra colla data 16 corrente.
Sebbene la generosa clemenza dell’Eccellentissimo Senato si compiaccia con sensi di umanissima soddisfazione di rianimar la indefessa sollecitudine della mia buona volontà in servirlo nelle difficili combinazioni de’ tempi presenti; pure non saprei chiamarmi pago di me medesimo, se nell’ammasso straordinario delle craine in questa estesa inferior Provincia io scorgessi limitati gli effetti del patrio non equivoco mio zelo al solo numero di 3678 individui nel giro di quaranta giorni.
Ridotta in tal periodo di tempo a si ristrette misure la leva delle craine dalla maggior parte dei dipartimenti montani e marittimi, potria a sospettarsi in me languido il fervore nell’accorrere alle urgenti esigenze della Serenissima Patria, o dubbia la divozione al Governo di queste fedelissime suddite popolazioni.
Se non che mi conforta la rettitudine del mio cuore, e l’evidenza del fatto: giacchè appunto nello spazio di quaranta giorni mi consta d’aver a parte a parte con distinte e successive spedizioni inoltrate all’ubbidienza dell’Eccellentissimo Savio di Terra Ferma alla Scrittura craine 7327, oltre quelle addette alle compagnie oltramarine; ed oltre eziandio a 880 individui Bocchesi, che con indeviato viaggio furono costì diretti dall’Illustrissimo Provveditore Estraordinario di Cattaro.
Nuovo, e forse ultimo testimonio delle indefesse mie applicazioni su tal proposito offre in oggi a Vostra Serenità il distacco di 255 Poglizzani.
Dacchè, dopo l’anno 1537 si dedicò volontaria quella ragguardevole Comunità all’augusto Dominio; sebbene nella decorrenza de’ secoli in occasione di viva guerra abbia autenticata al pubblico nome in questa Provincia l’incorrotta fedel sua sudditanza; è questa ad ogni modo la prima volta, in cui essa di buon genio discenda ad emular l’esempio degli altri sudditi, e spinga i proprj individui alla Dominante in difesa del suo sovrano.
Accolta con blandienti lusinghiere forme l’onorevole sua [banca], allora quando in Spalato si presentò a tributar i consueti omaggi di ossequio alla carica, non lasciai coll’unito foglio provocarne la non dubbia fede, onde invidiando la costanza degli altri territorj, e la pronta deferenza al Sovrano Comando non smentissero la verace divozione, che professano, al principato.
Usando de’ suoi privilegi destinarono in colonnello comandante di questo corpo il conte Mattio Crusichievich, e Vostre Eccellenze dall’annessa loro responsiva possono agevolmente desumere con quale affetto sia da essi riguardata la di lui persona, e come tutti uniti sotto la sua dipendenza siano disposti a qualunque cimento.
Per infervorarli nell’onorata impazienza di buon servizio ai pubblici oggetti, mi parve giusto, e prudente consiglio lusingarli sulla inviolabile manutenzion appunto dei speciosi loro privilegi, abbastanza garantiti dalla pubblica equità: ed unico premuroso oggetto dei voti comuni di quella Provincia.
Sempre uguale a me stesso nella rispettosa riserva in qualunque rapporto di erario io mi astenni da qualsivoglia arbitrio; dipender dovendo dal solo regio beneplacito dell’eccellentissimo Senato il successivo destino de’ Poglizzani, di null’altro più solleciti fuorchè di veder arruolati alla sovrana condiscendenza i loro privilegi, e confermata la nomina degli uffiziali prefissi alla direzione di questa divisione.
Essa col regresso in Poglizza del conte Grande sarà completata a trecento teste, nè io cesserò di affrettarne, tostochè qua giungano, il raddrizzo immediato ai veneti lidi dei quarantacinque individui, che mancano.
Non saprei dopo questo tenue e residuo rinforzo, lusingarmi di ulteriori spedizioni.
Potrebbe bensì la Provincia somministrar abbondante risorsa a nuova leva, qualora si verificasse il dettaglio sulle famiglie dei Subassì della Decima, e sono le più commode, e numerose d’individui; sulle compagnie urbane de’ bombardieri, e guastatori, e sul riflessibile numero dei nobili rurali sparsi in più località della Provincia medesima.
Quanto ai Subassì s’inferve la mia persuasione al confronto dei capitoli della polizza d’incanto, onde non cimentar la fiscalità a forse contemplati rifacimenti per parte dell’impresario; e la mia riverenza alla Costituzione si astenne dall’arbitar sulle persone, e sulle famiglie de’ Bombardieri e de’ Nobili: perchè i primi vivono all’ombra della pendenza giudiziaria innanzi al Consiglio Eccellentissimo di 40 civil novo; i secondi contrappongono il valor non pare dei privilegi in dedizione, ma eziandio dei giudizj a favor loro in contradditorio seguiti.
Ad ogni modo la salute pubblica prevalendo a tutt’altro riflesso, io seguirò con rassegnata ubbidienza le sovrane deliberazioni sul proposito, che saranno per derivarmi.
Dietro gli impulsi del mio inalterabile istituto non lascerei di spedir per cotesto lido coll’intera sua compagnia il sergente maggiore Zorzi Calergi.
Ho già col precedente numero 36 umiliato a Vostre Eccellenze quali oggetti di prudente antivedenza a difesa del territoriale diritto, ed a quiete delle concitate popolazioni dell’isole del Quarner mi abbiano consigliato a spingerle colla galeotta, e felucca a tesser quell’acque suddite, dove tutto il giorno si aumentano le lancie, e barche armate con paviglione austriaco.
Questa circostanza, che pur abbraccia importanti oggetti, mi impossibilita il comandato effetto della relativa volontà sovrana.
Privo oggidì di tutte le risorse, che garantiscano la sicurezza comune: due sole galeotte oggidì appunto restano alle mie disposizioni, e trovansi in attualità di servizio.
La gente inquieta, ed inclinata alle perturbazioni approfitta della mancanza de’ legni Armati, pratica indistintamente delle aggressioni, e muove in orgasmo la tranquillità e sicurezza de’ sudditi.
Se però Vostra Serenità insiste per oggetti del militar servizio sul richiamo del legno graduato, la cui prudente destrità rendesi molto necessaria a fronte degli inquieti austriaci, un nuovo cenno darò norma alla mia divozione per non protrarne costì il ricapito insieme colla galeotta, che mi sarebbe non utile, ove manchi l’armo, ed un abile direttore.
Alle spiegate sovrane determinazioni intorno il compenso delle 15 mille piastre reclamate dal Pascià di Scutari, la mia riverenza non aggiunge ulteriori rimarchi ai liberi divoti cenni espressi nel citato numero 36. Fra i documenti insertivi merita riflesso la lettera della comunità di Pastrovicchio, che chiama alla comun difesa i terrieri costì diretti. Grazie.
Zara 25 Luglio 1796.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
Allegati 2 documenti (4 cc.): Il primo del provveditore Querini al conte Grande di Poglizza datato Zara, 26 giugno 1796; il secondo è la risposta al Querini del conte Grande di Poglizza, Ivan Goisalich, datato 3 luglio 1796.

Nota: Arrivato il 30 luglio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.