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21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo

Dispaccio del 22 marzo 1645

N. 47

Serenissimo Principe,
ho con più mani di mie duplicate, et trepplicate, lettere raguagliato l’Eccellentissimo Magistrato al Sale del mal stato nel quale s’attrovano molti magazeni in questa provincia con sali di publica ragione, dal quale finalmente ne ho riportato l’aggionte lettere di risposta che invio a Vostra Serenità per le proprie deliberationi, et per mia escusatione; aggiongendole havere con altre mie posteriori lettere dato raguaglio all’Eccellenze Loro, con la fede di questo Scrivano et Deputato a detti sali, della caduta novamente anco del magazeno numero 52 di ragion dell’Hospedale di questa città, con entro moza 250 sali di ragion publica, con haverle in oltre dato conto come tutti li rimanenti magazeni, così de ragion publica come de particolari, con sali publici s’atrovaranno in breve spatio di tempo alla medesima condettione, mentre non si capiti a qualche opportuna previsione, per essere infinità d’anni che s’attrovano in quelli incanevati essi sali, senza che d’arricordo d’alcuno siino mai stati riveduti né accomodati.
Debbo anco con tale occasione novamente repplicare alla Serenità Vostra quello io d’haverle con altre precedenti mie raguagliato, cioè rimanere giornalmente importunato da questi stipendiati, sallariati et altri, creditori da questa Camera per la somma di due mille et più ducati, procedendo tutto ciò, come Le ho già con mie precedenti riverenti lettere rappresentato, dall’eccedere le spese alle rendite di questa Camera per la somma di ducati due mille annui; onde vorrei supplicare la Serenità Vostra che, per consolatione di questi creditori et per quiete et sollievo del mio animo, si compiacesse di usare verso di me la solita publica munificenza et liberalità, che ha usata anco verso altri miei precessori, con concedermi auttorità che delli dinari di ragion di decime et limitationi, che sono tenuto et obligato a portare costà alla fine del mio Reggimento a quelli Magistrati a’ quali s’aspetta, potessi di questi servirmi per rendere consolati et sodisfatti a parte a parte questi creditori di publica raggione, che certo ciò sarà effetto della solita publica pietà et carità, che cotesto Eccellentissimo Senato è solito di usare verso li suoi devoti et benemeriti sudditi. Gratie etc.

In Capo d’Istria li 22 marzo 1645.

Alvise Sagredo, Podestà e Capitanio.

Allegato: dispaccio dei provveditori al Sal al rettore di Capodistria, datato 13 marzo 1645 (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.