21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo
Dispaccio del 10 aprile 1645
N. 50
Serenissimo Principe,
in essecutione delle benignissime ducali di Vostra Serenità di primo del corrente, con le quali mi commette la restauratione di tutti questi magazeni con entrarvi sali di ragion publica, debbo riverentemente dirLe essermi io in persona trasferito alla revisione di essi, insieme con il Scrivano et Deputato ad essi sali, et questo proto de’ murari, havendogli commesso di fare due fedi separate, l’una dall’altra distinte et chiare, con loro sacramento nel modo et maniera che intenderanno, con rappresentare in una il stato et qualità de’ magazeni publici che hanno di bisogno di essere restaurati, et la spesa che appresso pocco vi anderà, et nell’altra il bisogno di quelli di ragion de’ particolari; qual ambi inviò qui l’ingionte, affine che, vedendo distintamente la Serenità Vostra il tutto, possi far chiamar il magistrato et conferirgli esse fedi, con commettergli che debbino mandar vasselli per la capacità de’ sali contenuti in esse fedi, parlando però di quelli magazeni che sono inreparabili et che non possono essere accomodati, chi non vi leva via essi sali, mandando anco dinari per riparare li magazeni di ragion publica, et per accomodar anco quelli di ragion de’ particolari, con dargli gli affitti decorsi che andassero creditori, et anco qualche affitto anticipato occorrendo, per dar loro modo di poter quelli restaurare come si deve; et perché il danno che hanno ricevuto et patito li magazeni de ragion de’ particolari è accaduto alla maggior parte di essi questo passato verno, doppo che hanno havuto l’affitto decorso, et essendo li padroni di essi la maggior parte poveri, per non dire miserabili, però che non li provede, et accomoda nel modo preacennato, non sarà rimedio a farli mai accomodare; essendovene anco alcuni altri che sono di tal maniera rovinati et vecchi, come intenderanno mediante dall’aggionta fede, che non vi sarebbe altro riparo, che restaurarli da novo, il che non tornarebbe conto né alli padroni di essi, né meno al publico, il fare questa spesa; però sarà necessario assolutamente di transmettere buona parte di essi sali costà, doppo però che si sarà usata la debita diligenza in procurare prima di riempire quelli magazeni che non fossero compitamente pieni, se bene per quello ho vedutto con li proprii occhi, et per quanto anco mi afferma et rappresenta esso scrivano, sono quasi tutti pieni.
Rendo poi humilissime gratie alla Serenità Vostra, per nome anco di questi sallariati, stipendiati et altri creditori publici, per il respiro concesso a questa Camera di potermi prevalere di ogni dinaro riservato a portar in quella città al mio ritorno, eccetto però delli tre soldi per lira, che tanto per apponto sarò da me essequito, et al mio repatriare porterò fede autentica, conforme il publico comandamento, della quantità del dinaro che di tal ragione mi sarò prevalso, acciò si possi accomodare la scrittura. Gratie etc.
In Capo d’Istria, li 10 aprile 1645.
Alvise Sagredo, Podestà e Capitanio.
Allegato: lista delle spese per i pubblici magazzini del sale (2 cc.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.