21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo
Dispaccio del 1 maggio 1645
N. 56
Serenissimo Principe,
le ultime mie riverentissime lettere che scrissi a Vostra Serenità, furono da Umago di numero 55; hora mi si porge occasione di rappresentarLe qualmente nel proseguimento di questa mia visita, giontomene in questa città di Parenzo, che come si legge nelle historie fu anticamente collonia de’ Romani, come tante publiche e private fabriche, case, palazzi et tempii chiaramente lo comprobano, benché al presente, per l’insalubrità dell’aria, rimane quasi affatto dishabitata et dispopolata, non attrovandosi in essa altro che 150 anime fra huomeni, donne, putti et putte, procedendo questo anco in parte, sicome medesimamente delle rimanenti città et terre della provincia, dal non assegnarsi a’ delinquenti in vece di bando un confine, sì come ho veduto osservarsi nella provincia di Dalmatia et nel Regno di Candia, in uno et l’altro de’ quali luoghi mi è toccato di servire la Serenità Vostra come publico Rappresentante, non restando di riverentemente rappresentarLe a tal proposito che Orsera, giurisdittione del Pontefice, castello discosto miglia cinque da questa città di Parenzo, rimane la maggior parte di esso, per quello ne resto particolarmente informato, habitato da Rovignani et Parenzani banditi, li quali al presente n’hanno fatta, et vanno continuando facendo, la loro ressidenza et domicilio, con fabriche di pietra che in passato erano tutte di paglia, sì come parimente non devo restare di dire all’Eccellenze Vostre che anco la città di Trieste s’attrova alla stessa condittione; aggiongendole di più essermi assicurato che le salline fabricate in quel loco sono tutte state fabricate da’ banditi di Capo d’Istria, Pirano et Mugia; che però io crederei fosse per riuscire di grandissimo publico serviggio che la Serenità Vostra permettesse licenza a’ suoi publichi Rappresentanti in questa provincia il poter in avvenire concedere a’ banditi per qual sisii delitto un confine in una delle città o terre poste in questo tratto di mare, da Umago sino a Pola, per non renderle con il progresso di breve spatio di tempo affatto deshabitate, eccettuato però a Rovigno, che per essere popolato più di qual si sii città o terra della provincia, essendovi anime tremille e seicento, dicono esservi però buon’aria. Non ho voluto restare di riverentemente rappresentare all’Eccellenze Vostre questo mio riverente senso et parere, per dover esser posto in quella ponderatione et consideratione che parerà all’infallibile publica sapienza. Gratie etc.
In Parenzo, a’ maggio 1645 [!].
Alvise Sagredo, Podestà e Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.