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21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo

Dispaccio del 27 maggio 1645

N. 59

Serenissimo Principe,
in adempimento del mio debito et di quanto è stato decretato dalla Publica Sapienza, vado continuando la visita di questa provincia, con haver procurato in tutti i luoghi dove fin hora sono capitato di impiegare tutto il mio spirito, et sapere nel publico servitio, et nel sollievo di questi miserabili sudditti, con li dovuti riguardi, di rimediare a’ molti disordeni et abusi, con le cominationi proprie per l’osservanza delle leggi con quali sono stati ereti li Fontichi, Scole et Communità. Giontomene finalmente qui in Rovigno, ho trovato fra gl’altri un notabilissimo disordine, et a giudicio mio senza essempio, et è questo: che li nodari osservavano, doppo havere rogati li testamenti et codicili, quelli registrare in alcuni squarzafogli dove sogliono nottar anco gl’altri loro atti; onde, volendo alcuno vedere qualche cosa, il nodaro, fidando il squarzafoglio, lasciava in consequenza vedere li testamenti et codicili, et così venivano palesate le volontà di testatori, o testatrici, prima della loro morte; cosa tanto pernitiosa, quanto Vostra Serenità, con l’infinito della somma prudenza, può considerare; che perciò, havendo osservato in diversi luoghi buone regole nel conservare fedelmente le volontà de’ testatori, ho stimato bene qui anco applicarvi rimedio proprio, affine che, sicuri questi sudditti che le loro testamentarie dispositioni et volontà non habbino ad essere più palesate, possino godere questa consolatione di lasciare li loro beni a chi più loro pare et piace, quello che, per quanto resto avisato, non succedeva per il passato, perché il parente, o amico, sapendo di non essere stati benefficiati da chi speravanno, li abbandonavano et spezzavano, oltre che ben spesso da ciò anco ne nassivano delle risse et dissensioni, aggionto che, restando di questa maniera le volontà testamentarie, potevano essere alterate et anco perse. Per tutte le sopradette cause dunque ho stabilito l’ingionto ordine et terminatione, unitamente con questo Illustre Consiglier Lippomano, per buona regola d’un così importante negocio, con infinita et universale sodisfattione di questi sudditti, rimettendo però quello al prudentissimo et sapientissimo giudicio dell’Eccellenze Vostre per l’approbatione di esso, quando che così stimassero bene. Gratie etc.

In Rovigno, li 27 maggio 1645.

Alvise Sagredo, Podestà e Capitanio.

Piero Lippomano, Consiglier.

Allegato: terminazione del rettore di Capodistria e del consigliere auditore Lipomano (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.