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Capodistria

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Inquadramento storico geografico amministrativo

Era la città più ricca e con la nobiltà più prestigiosa dell’Istria, formata in gran parte da famiglie feudatarie, cui era soggetto l’ampio territorio circostante.

Dedottasi nel 1278, si rivoltò contro Venezia dal 1287 al 1291 e nel 1348. Nell’ambito della guerra di Chioggia, Genova prese e saccheggiò la città nel 1379, ripresa da Vettor Pisani il 31 luglio 1380. Nella seconda metà del Trecento (tra il 1353 ed il 1362) il Rettore assommò le competenze giudiziarie ed amministrative del podestà e quelle militari del Capitano, ovvero la custodia delle mura, la difesa militare della città e del suo contado nonché, in tempo di pace, dell’intera Istria, congiuntamente al Capitano di Raspo.

Nel Quattrocento il Podestà di Capodistria iniziò a ricevere competenze giudiziarie d’appello per diverse podesterie istriane: dal 1457 Portole, dal 1483 Buie; tra il 1538 ed il 1551 anche Grisignana, Cittanova, Visinada, Valle; dal 1574 Umago, dal 1580 Isola. Di fatto, dal 1580 il podestà e capitano di Capodistria controllava l’attività di tutti i rettori a nord del Quieto (con l’esclusione di Pirano, di competenza di Raspo) e di qualche podesteria meridionale. Inoltre, nel 1579, l’istituzione del Provveditore in Istria aveva mostrato l’utilità di una magistratura provinciale; tutto ciò portò, il 4 agosto 1584, all’istituzione del Magistrato di Capodistria. Si trattava di una magistratura affidata al Podestà, coadiuvato da due consiglieri nobili veneziani, con il potere di seconda istanza su tutti gli atti dei rettori e giusdicenti d’Istria e (dal 1589) di Cherso (isola considerata in Dalmazia): Capodistria iniziò così a divenire, di fatto, il capoluogo di un’entità unita, l’Istria veneta considerata come provincia e non più come insieme di entità separate.

Il Rettore assommò quindi competenze locali e provinciali; dirigeva anche la Camera fiscale, esigendo i dazi e le pubbliche imposte. Nel 1632 ebbe l’autorità di inquisire l’operato dei rettori istriani e di rivederne i libri contabili. Nel 1636 ebbe facoltà di nominare un Provveditore ai confini scelto fra il patriziato capodistriano; ebbe competenza anche sulla produzione del sale; infine, ebbe l’obbligo della visita in provincia, almeno una volta nel corso del mandato.

Di fatto, dal 1636 il podestà e capitano di Capodistria ebbe competenza di controllo su ogni aspetto amministrativo dell’Istria, tanto che nel Settecento venne chiamato «Capo della provincia»; gli altri rettorati erano relegati ad una posizione subordinata, quasi di vicariato. Le Relazioni seisettecentesche dei rettori capodistriani riflettono queste diverse competenze, descrivendo prima la situazione della città, poi della podesteria, poi dell’intera provincia; e il ruolo subalterno dei rettorati minori si evince anche dall’esenzione, per questi, dell’obbligo di una Relazione scritta al termine del loro operato.

Nell’immagine in alto.
Vittore Carpaccio, Entrata del podestà capitano Sebastiano Contarini nel duomo di Capodistria.
Il dipinto (205x154 cm.) è datato 1517.
«L’opera, di carattere celebrativo, documenta un fatto realmente accaduto, ovvero l’ingresso nel Duomo di Capodistria del podestà-capitano Sebastiano Contarini, nobile veneziano del ramo di Santa Maria Nova … L’avvenimento … è visto con gli occhi del vescovo Bartolomeo da Sonica che, posto all’interno della cattedrale, attende di ricevere la maggiore autorità laica della città. Nulla sembra turbare la solennità del momento … nondimeno un sottile gioco di rimandi testimonia la conoscenza da parte dell’artista … della realtà urbana in cui è ambientata la scena. Contarini … indossa … la toga purpurea con le maniche alla dogale; porta inoltre un manto color oro, la stola dorata sulla spalla destra e la catena al collo, simboli inequivocabili della sua dignità di cavaliere, onorificenza che gli era stata conferita dal re di Francia Francesco I il 25 novembre 1515.  Tutt’intorno, con la toga nera bordata di pelliccia … membri del Maggior Consiglio giustinopolitano; … scalati in profondità uomini … sfoggiano abiti colorati … sono i membri della Compagnia della Calza … “I costanti”, sempre partecipi degli avvenimenti principali della città … sullo sfondo … popolani che si riposano nei pressi del Palazzo Pretorio» (Elisabetta Francescutti, scheda catalografica del dipinto, in Histria opere d’arte restaurate: da Paolo Veneziano a Tiepolo, Milano, Electa, 2005).
Questo (che si trovava a Capodistria) ed altri dipinti istriani vennero imballati nel 1940 per preservarli da danni di guerra, e trasportati in diversi luoghi sino a Roma, ove rimasero sino al 2003, quando vennero disimballati, restaurati ed esposti in una mostra a Trieste nel 2005-2006. I dipinti si trovano attualmente in città, in attesa della collocazione definitiva nel locale Museo della civiltà istriana, giuliana e dalmata.

Nell’immagine in basso.
Il palazzo pretorio di Capodistria, cioè la residenza del Rettore, in una cartolina austriaca del 1900 circa, editore B. Lonzar, Capo d’Istria (cortesia www.istriadalmaziacards.com).

 

Contado

42 villaggi e altri piccoli casali.

Abitanti

10.000.

A Venezia

1278-1797.

Reggitore veneziano

1278-XIVex: Podestà.
XIVex-1797: Podestà e capitano.
XIVex-1797: Camerlengo.
XIVex-1797: due Consiglieri.

Carico

1278-XIVex: 12 mesi.
XIVex-1797: 16 mesi.

Toponimo odierno

Koper, Slovenia.