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21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo

Dispaccio del 29 maggio 1645

N. 60

Serenissimo Principe,
mi giongono in questo loco le benignissime della Serenità Vostra di 10, nelle quali veggo il publico gradimento verso il signor Conte d’Esdrino per l’essibitioni fatte dal padre Cosma, agente di lui, di permettere levate di militie ne’ suoi Stati in serviggio della Serenità Vostra, con il comando che mi aggiongono Vostre Eccellenze di far gionger ad esso signor Conte, in nome publico, gl’avisi d’affetto et di piena sodisfatione, et che, non vedendo espresse le condittioni, io procuri che siino ben decchiarite, penetrato nel fondo delle più vere intentioni per assicurarsi dove miri l’essenza et la qualità delle pretensioni del signor Conte, con quel di più che io non starò punto a repplicare, come che l’essenza non sii tanto neccessaria. Ma al particolare delle medesime essibitioni conviene all’imbecilità mia la espressa decchiarita volontà dell’Eccellenze Vostre, se gl’avisi da farsi gionger al Conte di affetto et di piena soddisfatione debbino ad esso immediatamente indriciarsi, restando a me ciò oscuro, non meno che non corrispondente, al fillo di quanto sin’hora è stato trattato dal padre Cosma, il quale ha parlato come da sé intorno al serviggio della persona del Conte, et per le levate non ha offerto che cola permissione agl’Officiali della Serenità Vostra, senza pretenderne cosa immaginabile, anzi renonciando espressamente cadauna pretensione di riconoscimenti, et adducendo questa permissione dover esser per effetto di devotione verso la Serenità Vostra; onde io attenderò novo comando publico, conoscendo ben certo che, facendosi repliche al padre Cosma sopra questo ponto delle pretese et delle sue intentioni, in che stima egli di essersene dechiarito, sarà ricevuto per evidenza di tratteggiare a benefficio di qualche emergente, con altre conseguenze che, suggerite da contrattato hormai di due mesi, potesse svanire; et come nelle mie riverentissime di 3 instante, con il foglio delle proposte sottoscritto dal padre Cosma, degnerà la Serenità Vostra di comprendere, restando servite Vostre Eccellenze, quando deliberino il proseguimento di questo trattato, di ordinare che unitamente mi capitino le risolutioni degl’Eccellentissimi Magistrati, a’ quali resta l’incombenza per li materiali offerti dal detto padre Cosma, acciò il tutto an(co) unitamente si possi condure a quel stabilimento che giudicheranno con la loro somma sapienza, havendo nelle mie di 21 riverentemente accennate le condittioni, et attitudine, del Capitanio Matteo Levacinich, che a quest’hora si sarà appresentato a’ piedi della Serenità Vostra, per quanto occorresse di valersi di esso in queste levate. Gratie etc.

In Dignano, li 29 maggio 1645.

Alvise Sagredo, Podestà e Capitanio.

Allegato: ducale datata 10 maggio 1645 (1 c.)

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.