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21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo

Dispaccio del 24 giugno 1645

N. 65

Serenissimo Principe,
sebene nella congiontura de’ presenti tempi, assai travagliosi per la Republica, deve procurare ogni publico Rappresentante d’astenersi quanto più può dall’apportar tedio alla Serenità Vostra, ad ogni modo, nelle cose importanti et concernenti il publico interesse, non deve, chi professa di essere buon cittadino della sua patria, pretermettere di portare il tutto alla publica notitia per le proprie deliberationi.
M’incombe questa carrica la rellatione di quelle cose che non meno possino avanzare nel concetto della Serenità Vostra l'interrotta mia applicatione nel corso di questa visita, di quello che unitamente io miri al servitio publico con zelo di profitarlo al sommo grado.
Se bene mi persuado essere notto a molti di cotesto Eccellentissimo Senato il sito et forma del castello di questa terra di Montona, ho giudicato nulla di meno neccessario il dargliene un riverente motivo. Egli è circondato da doi ordeni de muraglie, l’una che serra un barbacano, et l’altra, che è più eminente, cinge il castello, et la sua altezza è di circa sei passa, et la sua grossezza è tale che di sopra forma un corridor, che commodamente si può sopra di quello transitare, et andarsene anco in ronda; per l’altezza di questa muraglia sarebbe difficile il dargli la scallata, come anco difficilmente si potria batter, essendo li monti che circondano la terra molto lontani, né meno si potrebbe minare, per essere il monte tutto formato di vene di sasso; onde, per tutti li sopra detti rispetti et cause, si rende non meno forte che ammirabile, per opera della natura et abbellimento dell'arte, sì che merita perciò il riflesso prudentissimo di cotesto Eccellentissimo Senato per la sua preservatione. Il primo ordine di muraglia che sera il castello, sopra il quale consiste la preservatione del medesimo, di questa essendone rovinati diversi pezzi in più lochi, minaccia anco maggior danno, non senza pericolo della prima, quando non vi si applichi celere reparatione; anzi, sopra la rellatione in tal proposito di questo Illustrissimo signor Podestà Bragadino, mi commisse la Publica Prudenza, con ducali di 6 ottobre decorso, che dovessi far vedere da’ periti in diligenza il danno, et la spesa che vi sarebbe andata; onde, havutene le mie riverenti risposte, con la coppia ingionta della spesa che vi sarebbe andata, mi repplicò, con ducali di 8 novembre sussequente, che si sarebbe a tempo opportuno considerato il tutto. Riassonto però, con l’occasione dell’arrivo mio in questa terra, le informationi neccessarie, mentre ho conosciuto et veduto, con l’occhio proprio, evidente il danno, ricavo che la Serenità Vostra concorrerebbe solamente alla spesa delle maestranze, per la somma di ducati 484, come vedranno dall’aggionta notta de’ periti, essendo soccombente questa Communità alli materiali, et li distrituali a prestare il commodo delli manoali, conforme l’uso antico et inveterato, et l’essibitione anco volontaria delli medesimi sudditi; onde, sì come stimo di molto publico vantaggio et sicurezza di questi habitanti il provedere con celerità alla preservatione della Provincia, et non ponto inferiore di quello di Capo d’Istria, il quale anch’egli camina a gran passi al precipitio, et con pocco se le potrebbe riparare, come con mie lettere di n. 9 ne le diedi riverente conto, così viene giudicato che, dilongandocene la restauratione, peggiorerà in modo tale che a rimediare poi vi vorrà spesa immensa.
Ho procurato anco di rivedere il stato di queste monitioni, et ho osservato essere la maggior parte di esse, per la loro antichità, deteriorate et affatto inutili, che a nulla servono ne’ presenti tempi, sì come dalla notta di quel Monitioniero, che qui ingionta se ne viene, ne resterà la Serenità Vostra accertata di quella verità; onde il mio riverente senso sarebbe, perché queste armi con il progresso del tempo non se ne havessero ad andare affatto a male, che quelle si havessero ad inviare nella Casa dell’Arsenale, che con la remodernatione di esse il publico ne venirebbe a ricevere considerabile benefficio, che in altra maniera, in progresse di poco tempo, se ne anderanno del tutto a male. Gratie etc.

In Montona, in visita, li 24 zugno 1645.

Alvise Sagredo, Podestà e Capitanio.

Allegati: nota delle armi presenti nel castello di Montona (1 c.); perizia sulla spesa da sostenere per al riparazione delle mura (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.