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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 29 agosto 1796

N. 39

Serenissimo Principe,
in obbedienza alle inclinate Ducali 30 Luglio spirato mi son fatto sollecito di eccitar il consueto zelo del nobil huomo conte di questa piazza ser Ottavian Maria Zorzi, onde chiamati alla sua presenza li bancali delle scole di Santà(?), e San Nicolò de’ Marinari li rendesse istrutti del Sovrano Comando, sicchè riunendo di nuovo legalmente la loro Congregazione vi rinnovassero la parte per intero conforme, e corrispondente al sentimento dell’ossequiate Ducali 20 febbraio, nelle di cui sovrane prescrizioni venerar deve la puntualità del suddito corpo le caute norme della divota sua rassegnazione, ed esattezza.
Distratti però ne’ viaggi marittimi li patroni de’ bastimenti territoriali, e la maggior parte occupati all’imbarco degli animali minuti, e bovini, che si caricano negli assentiti porti di Sebenico, Traù, e Spalato per necessario provvedimento della Serenissima Dominante, riesce per ora impossibile l’immediata verificazion della Congrega: sebbene sia circolato l’ordine, perchè debbano quei affrettar il personal loro ricapito per effettuarla. semprechè le convenienze più essenziali del pubblico servizio non soffrano scapito dal loro distacco da quei caricatori.
(?) delle spedizioni che si fanno in Traù, Spalato, e Sebenico, poichè con indeviato viaggio a scanso di qualunque remora neppur bagnano il ferro a vista di questa piazza i sudditi bastimenti; mi è grato che al caricatore di Zara affluiscano le condotte, e le barche da trasporto, in modo che quasi giornaliere
raviso le spedizioni de’ carnami destinati a sussidio di codesta popolazione.
Questo importante articolo interessa troppi oggetti, e la mia vigilanza non ommette le misure per agevolarne l’effetto, componendo con pronta mano le discrepanze del carico.
Ho già col precedente numero 23 umiliato anche a sovrana notizia il memorial dei due negozianti turchi commissionati, perchè d’ora innanzi a questo solo caricatore, coll’assoluta esclusiva de’ porti superiori, dovesse essere concentrata la spedizione ed imbarco delle condotte: interdetta per quanto asserivano, dal Visir di Bossina agli Ottomani ogn’altra via, fuor di quella di Graovo a tenor dei capitoli della pace, ed oggidì resa libera e sicura dopo la demarcazion de’ confini austro turchi.
Mi convien credere dalla speculazion e sagacia de’ mercanti modificata utilmente la forza del divieto di quel comandante, mentre continua ovunque la libertà de’ carichi, e l’Eccellentissimo Senato differisce forse a più opportuno momento su questo proposito alla mia ubbidienza le sue sapienti istruzioni in rapporto all’altrui già prodotta petizione.
Tranquillo per questa parte il mio spirito, esso versa nella più angustiante trepidazione sul pericolo di una minacciata carestia a desolarmi la Provincia.
Quanto alle prime biade si poteva non lungi dal vero fissar a misure di sufficiente mediocrità il prodotto della Dalmazia; quantunque in alcune ubicazioni di Traù, e di Sign un’improvvisa grandine le abbia senza risorsa astrette.
Ma una fatal siccità, e la penuria quasi dei due mesi della piova ha talmente dissecate le messi, che non v’ha più lusinga ai voti delusi del povero morlacco e dei possidenti.
Erano discrete le semine de minuti, ed i ben incamminati germogli attendevano il breve suffragio di benefiche acque; ma li ha colpiti l’ostinata arsura, ch isterilisce il terreno, e ne va appassendo la vegetazione.
Così cambiatosi in breve il lusinghiero aspetto della fecondità, si teme invece universalmente un raccolto non bastante a pochi mesi di sussistenza.
La vigilanza dei nobil huomini rispettivi rappresentanti, e la diligenza de’ capi craina mi ha già con uniforme avviso prevenuto del serio disordine, nè esitano di esternar la spiegata disposizion de’ terrieri di passar sotto estero cielo, onde procurarsi colà colle proprie famiglie il necessario alimento.
Siccome alla divisata emigrazione (ed alcune case nei territorj di Knin, e Traù pur troppo approfittando dell’incustodita estesa delle frontiere la hanno anche effettuata) può per non equivoca asserzion dei capi villici dar impulso nell’animo de’ morlacchi l’assoluta impotenza di pagar ai tempi pattuiti i proprj debiti, e la paura di essere astretti all’indiminuito pagamento dalla fermezza de’ creditori, che ovunque sogliono accorrer all’esigenze con metodiche, e forse troppo pesanti imprestante, non mai ben calcolate nè suoi effetti dall’uomo indigente, abituato per disordine di proprio sistema a questo circolo, che odora il più delle volte di monopolio: così ho creduto interinalmente pregiudizial consiglio difonder alle pubbliche rappresentanze l’ordine, perchè in vigilando sulle mosse de’ rispettivi popoli s’impegnino con tutto il fervore a divertirne l’emigrazione, colla fiducia, che non avran corso le summarie esecuzioni a compenso de’ creditori verso i quali ho inculcato l’uso della più destra insinuazione, onde desistano volontarj da quei attacchi, che la legge accorda a tutela delle azion civili de’ sudditi, ma dai quali l’umanità, per le speciali circostanze, rifugge; e che gli oggetti eminenti di stato consigliano di adoprarsi colla più avveduta circospezione.
Forse questo partito distoglierà i morlacchi dall’emigrazione e la Provincia alla sottrazion delle craine costì inoltrate non aggiungerà un nuovo ostacolo alla futura, sebben informe, coltivazion de’ campi colla perdita de’ rispettivi terrieri.
Sopra la [Castrera] patron Antonio Scarpa è qui giunto il tenente Grilli della compagnia Lagarde direttore delle reclute italiane.
Sopraffatto a mezzo golfo da impetuoso vento di bora non ha potuto resistere alla violenza del mare, e della burrasca in modo che costretto a girar di bordo, e retrocedere, entrò in quel momento con tal furia il mare in coperta, che asportò dodici capoti, e dieci schiavine, e nello stesso tempo rimasero bagnati venti sacchi di biscotto, calcolato a due mille venticinque libbre.
Calmatasi alquanto la tempesta, si rimise in viaggio, afferrò il porto di Veruda, da dove passando Pola praticò a propria indemnità in quell’officio la legal prova di fortuna, che dietro le riverenti istanze dell’uffiziale io assoggetto ai sovrani clementi riflessi, onde sia avvalorata la sua graziosa apprensione a sperato compenso e bonifico de’ generi smarriti, e danneggiati, ricevuti in consegna dal tenente Grilli direttore delle reclute.
Alla umanissima condiscendenza dell’Eccellentissimo Senato devo pur io umiliar l’annesso fabbisogno, che riguarda i due uffizi mia secretaria, e ragionatoria in sostituzion degli effetti straordinariamente consumati per le molteplici ministeriali operazioni derivate dall’impianto della linea di sanità, e dall’ammasso, e spedizion di craine e milizie a cotesti lidi.
Non mai abbreviata la mano di Vostra Serenità negli usi del benefico provvedimento, graziosamente sempre annuito anche agli Eccellentissimi miei precessori, confido io pure non diversi effetti dalla reale esigenza del contemplato mio ,inistero.
è mancato a vivi recentemente il proto de’ fabbri di questo pubblico arsenale: e così esigendo i riguardi del servizio, ho segnata la Terminazione, che destina a tal carico Felice Tomasi: lo assoggetto alla sovrana censura e ne invoco la relativa approvazione.
Avente i requisiti necessarj all’esercizio dell’Impiego, abbina in se l’Eletto quello pure di Proto Ingranitore, ma non perciò raddoppia, a titolo di mensuale onorario, l’aggravio della Pubblica Economia.
Distinte, in addietro le Mansioni, sostenute rispettivamente da due diverse figure, le trovai combinate nel solo Proto Orlandi ultimamente decesso e con dimidiato stipendio.
Io mi astenni dall’alterar le misure relative al precessore, e colle condizioni medesime ho circoscritta la Terminazione, che concerne la specialità del Tomasi.
La famiglia Grimaldi qui domiciliata venne dalla munificenza dell’Eccellentissimo Senato nell’anno 1768 beneficata coll’investitura della regia decima nella Villa Rastevich nel contado di Zara.
Oltre agli obblighi, che spettano ad oggetto economico, le fu imposto nell’Atto di concessione il debito di allestir a proprie ed intiere sue spese quaranta uomini d’arme a cavallo in servizio, ed ai cenni della Serenissima Repubblica: in ogni caso e tempo di guerra, e di neutralità coperti da un individuo della famiglia medesima.
Mentre il sergente maggiore di battaglia con rassegnata deferenza alle Sovrane disposizioni si è già incamminato da più giorni alle Bocche di Cattaro, e di là sperando più facile occasioni condursi a Corfù, il di lui fratello Niccolò coll’annesso memorial, che produco al regio trono onde di autenticar la sua suddita divozione al pubblico nome, ed il plausibile desiderio di esaurir le condizioni gravose alla specialità della famiglia, ma sempre equivoci dichiarite nella graziosa assegnazione.
L’accoglimento dell’offerta dipenda dal voto di Vostra Serenità, che istruendo la mia dipendenza de’ suoi ossequiati comandi a lume del suddito offerente, vorrà pur a scanso di equivoci prescrivere, che un individuo di essa copra i quaranta soldati, possa, come esprime la supplica, ampliarsi colla facoltà presunta di elegervi i rispettivi uffiziali.
Eseguendo il pubblico comando, i due vescovi di Veglia, e Traù prevennero questa carica col dovuto riscontro del loro passaggio alla Serenissima Dominante: giustificato dal primo da affari relativi alla sua diocesi, e dalla necessità di rassegnar al Serenissimo Principe Jus Patrono di quella Chiesa la esaurita sagra visita; e nel secondo da premurosi rapporti, che concernono l’interesse della mensa vescovile. Io soddisfo al mio obbligo precorrendone il riverente avviso a Vostre Eccellenze. Grazie.
Zara 29 agosto 1796.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
Allegati 4 documenti (14 cc.).

Nota: Arrivato il 7 settembre.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.



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