21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo
Dispaccio del 22 agosto 1645
N. 84
Serenissimo Principe,
mi capitano in un medesimo tempo le ducali della Serenità Vostra di 9 XII et XII del corrente. Con le prime ritrovo la parte in materia dell’accrescimento di un soldo per lira di tutti i datii e gravezze, la qual immediate è stata da me fatta publicare et sarà mandata alla debita essecutione. Nelle altre, commettendomi la Serenità Vostra di riconoscere il bisogno di cadaun luogo della provintia per poter consolar li sudditi nelle richieste, che col mezo de’ loro ambasciatori fanno alla Serenità Vostra, di esser proveduti d’armi e munitioni, ho ispedito messi per tutti li sodetti luoghi affine di haver le debite e necessarie informationi, e portarne l’intiero et essatto conto alla Serenità Vostra, conforme il publico commando. Per le armi apprestamenti et munitioni consignate al Nontio di Rovigno, ne ho fatto far nota in questa camera corrispondente al foglio inviatomi in esse ducali, et alle lettere scrittemi in tal proposito dagl’Illustrissimi Magistrati all’Arsenale et Artiglieria.
Circa la spesa de’ ducati cento fatta dal signor Podestà di Portole nell’accomodamento di quel palazzo, non vi essendo in questa Camera pur un dinaro, mi riesce impossibile di essequire il publico comando di rimborsarnelo con la previa revisione de’ periti, sì come m’impone, anziché debbo con tale occasione supplicare l’Eccellenze Vostre ad ordinare la subita missione di dinaro per le paghe di questa barca armata, bisognosa estremamente d’esse, et del biscotto, avanzando due mesate sin’hora.
In lettere dell’Eccellentissimo signor General di Dalmatia di 14 del corrente mi viene scritto, per risposta d’altre mie, come delli ducati duemille, inviatimi dalla Serenità Vostra, non però ancora capitatimi, li debbi provedere di cento e cinquanta barille d’aceto, investendogli il rimanente in tanta biava da cavallo, a benché mi aggionga il bisogno di quella cavalleria essere di stara diecimilla. Io ne procurerò l’investita con l’applicatione e vantaggio possibile, tutto che resti informato, che per il secco e danno delle cavallette, il raccolto rieschi quest’anno poco e di qualità cativa, et che ad ogni modo il prezzo sii per ecceder molto quello degl’anni passati; onde, quando la Serenità Vostra deliberasse maggior investita, giudicherei partito migliore il farla in tanti orzi, i quali, sicome mi viene affermato, si haverebbero a lire sei sino sei e meza lo staro, oltre il vantaggio dell’esser l’orzo a’ cavalli di maggior utile e fatione. Gratie etc.
Di Capo d’Istria, li XXII agosto 1645.
Alvise Sagredo, Podestà et Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.