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21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo

Dispaccio del 27 agosto 1645

N. 87

Serenissimo Principe,
io non manco di tutta la possibile diligenza per puntualmente servire alla Serenità Vostra in ogni publico comando, particolarmente per la provisione di biada per la cavalleria di Dalmatia, con il maggior vantaggio publico, se bene le severe del presente anno, senza essempio, et le cavallette hanno ragionato un strettissimo raccolto di tutte sorte di biade in questa provincia; ad ogni modo, presentito che un tale domino Giovanni Pietro Girardini, sudditto della Serenità Vostra et mio conoscente, sii stato dal signor Flangini, Conte di Pisino, elletto contro scrivano in quel Contado, nel qual è solito farsi molta quantità di simil biade, ho rissoluto di scrivegli per questa provisione; et mi ha risposto, come resteranno servite Vostre Eccellenze d’intendere dall’aggionte di esso Gerardini, onde in conformità egli m’accenna, se così paresse alla Loro prudenza, si potrebbe costì nell’Eccellentissimo Colleggio contrattare con il detto signor Flangini, poiché nel Contado se ne havrà a sufficienza et con vantaggio, quello che certo non si potrà havere in questo rimanente della provincia; quanto a gl’accetti per diligenze usate, non se ne è potuto ritrovare che in pocca quantità, et non buoni per il serviggio publico, essendo per il più fatti di zonte.
Sono venuti a me due cittadini della terra di Isola, dicendomi essere stati destinati a Vostra Serenità per far la loro essibitione per le presenti publiche occorrenze; ho procurata dissuaderli dal venire, con li sensi sapientissimi di Vostra Serenità communicatimi nelle publiche, aggiongendo loro che, potendo rappresentare in scrittura le essibitioni, io le haverei prontamente trasmesse, che, così assicurandoli del pieno gradimento di Vostre Eccellenze, haverebbono schiffata la spesa alla loro Communità, et il rischio di apportar tedio alle publiche orecchie; mi hanno risposto desiderio della loro patria essere, che di persona se ne venghino a’ piedi della Serenità Vostra, dovendo poi così esser trattate alcune lor cause della Communità, alla quale in ogni modo questa andata non era per riuscire di considerabile interesse non assignando ad essi che lire 4 per cadauno il giorno.
In lettere di 23 del presente vengo avisato dall’Illustrissimo Barbaro, Conte di Grao, come frequentemente passino verso Aquileia et luoghi circonvicini barche con sali, havendone egli stesso vedute due mentre si ritrovava a ricreatione di pescare. Ho perciò di subbito espedito questa barca armata a quella volta, havendo convenuto dar licenza alla barca longa a venirsene costì per huomeni, poiché li suoi se ne sono andati a servire sopra l’armata; onde, quanto più tosto essa barca longa sarà di ritorno, come uniformemente scrivo all’Eccellentissimo Magistrato al Sale, tanto più celermente anchor essa sarà da me fatta scorrere a diversione di questi contrabandi, non potendo una sola supplire a tanti posti che devono guardarsi per queste occorrenze de’ contrabandi. Gratie etc.

In Capo d’Istria, li 27 agosto 1645.

Alvise Sagredo, Podestà et Capitanio.

Allegato: lettera del Girardini riguardante la raccolta di biade (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.