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21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo

Dispaccio del 4 settembre 1645

N. 91

Serenissimo Principe,
non debbo trascurare, perché conviene così al servitio della Serenità Vostra ne’ tempi presenti, la missione dell’aggiunte, capitate hoggi a Domino Francesco Vecelli di questa città dal Governatore di Sanosezza, al quale viene scritto, dall’amico suo di Jablanaz, castello de’ signori Fini, sì come resteranno servite Vostre Eccellenze di vedere col riflesso proprio della publica sapienza, a cui, come riverente considero, non v’esser luoco in tutta questa provintia che questa città, che a formal attacco di guerra potesse far valida resistenza, toltane Pola, per altrettanto ristretta, quanto considerabile, fortificatione. Così, sproveduta la medesima città, non prive d’armi, munitioni et altri apprestamenti necessarii, che spogliata di quei preparamenti, che con non rilevante spesa, ma sì bene con la diretione anco per breve spacio di tempo di un ingegnere si conseguirebbono, sì come in altre mie riuscitissime di 26 luglio et 13 agosto le significai, supplice chiama la publica benignissima applicatione, ben certo che dalla conservatione d’essa ne resulterebbe sicuramente il ricovero e la salute della maggior parte de’ sudditi della provintia, che in essa unicamente, tolga Dio, in un assalto formale di guerra vi riffuggirebbono. Gratie etc.

Capo d’Istria, li 4 settembre 1645.

Alvise Sagredo, Podestà et Capitanio.

Allegati: dispacci con notizie sull’avanzata dei Turchi (2 cc.)

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.