21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo

N. 93

Serenissimo Principe,
svanendo, lode al Signor Iddio, le voci che Turchi faccino più mosse a’ confini della Crovatia, per internarsi verso li Stati della Serenità Vostra, poiché se bene dell’incendio di Ottataz, piazza di molta consideratione a quelle frontiere, non mancano inditii gagliardi che Turchi ne habbino havuta parte, ciò sii stato non dimeno affine che, levando a quelli popoli sì forte ricovero, fosse loro riuscito di ampliar i loro carrazzi, et dilatar con la violenza le rapine, sì come havevan tentato con grand’impeti, sopra numero coppioso di fameglie christiane, che in diversi tempi fugendo là la tirranide se n’erano sotratti col stabilirsi nel sudetto luogo abbrugiato et altri castelli; ma riuscito il dissegno fallace ad essi Turchi, col subbito concorso da ogni parte di coraggiosi huomeni è restato preservato il porto di Ottataz con validi pressidi, et aggionta di ordeni di sua subbita restauratione, et insieme assicurate tutte le povere fameglie riffugite, senza che habbino provato alcun danno. Di questi particolari, quali si siino partecipati a me da alcuni confidenti, non ho stimato tralasciarne il raguaglio all’Eccellenze Vostre, per tutto quello che potesse nelle presenti congionture, anco con breve tedio, riuscire in grado alle publiche orecchie. Resto avisato pure in questo giorno nelle aggionte di un mio confidente di Samozecchia come la peste vadi progredendo nella Stiria, essendosi attaccata a Rachenspergh, Petovia, Murech, et sino a Cilla, longe di qua miglia cento in circa. Ho rinovato più gl’ordeni et le diligenze maggiori a questi confini, tenendone avisati instessamente gl’Eccellentissimi signori alla Sanità per le proprie rissolutioni et deliberationi. Gratie etc.

In Capo d’Istria, li 17 settembre 1645.

Alvise Sagredo, Podestà et Capitanio.

Allegato: relazione sulla diffusione del morbo nell’area di Lubiana (1 c.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.