21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo
Dispaccio del 25 settembre 1645
N. 96
Serenissimo Principe,
mi arriva in questo punto il Cavalier Bortolo Gheliseo, dicendo essere venuto a rappresentarmi le difficoltà che egli incontra nella levata delli mille fanti commessagli dalla Serenità Vostra, et la cagione procedere non solo per non essere permesso a’ sudditti della Crovatia nello Stato Imperiale il venirvi, ma anco per attrovarsi diversi Capitani et altri, che vanno radunando genti per le barche armate, la maggior parte anco in questa provincia; onde, stando queste difficoltà, crede dovergli riuscire quasi impossibile il poter adempire all’obligo che egli tiene con Vostra Serenità, non havendo passato sin’hora li 400 fanti, particolarmente per asserire egli di essergli stata data intentione, come mi afferma, che altri non havrebbero fatte levate in questi contorni, sin che egli non havesse adempito al numero della sua, et che haverebbe havuta la permissione dalli ministri imperiali; hora dice il tutto seguirgli diversamente; ho stimato bene l’abbracciare questo suo motivo per il serviggio della Serenità Vostra, di che si tratta, aggiongendole, sì come esso Gelizeo mi afferma, che se si ottenesse la permissione dal General di Carlistot non vi mancherebbero soldati, li quali si decchiariscono che prontamente venirebbero a servire la Serenità Vostra in guerra così giusta, et contro il commun nemico. In quanto poi a gl’altri che fanno levate et passano in questa provincia anchora, benché gli sii prescritto per Albanesi solamente, ne resti la cura alla Sapienza Publica il provvedervi come meglio stimerà di suo serviggio et per quello anco, che riguarda all’interesse della spopolatione di questa misera provincia, che mosse la carità publica in conformità de’ miei riverenti motivi a significarmi l’ordine dato alli Signori all’Armar, acciò s’astenessero in avvernire a concedere patenti per fare levate di genti. Ad esso Gelizeo ho fatto somministrare mezzo migliaro di biscotto per il bisogno affermatomi havere alcuni de’ suoi soldati condotti dalla barca armata, concessagli da Vostra Serenità per il commodo di traghettare li soldati da un loco all’altro. Gratie etc.
In Capo d’Istria, li 25 settembre 1645.
Alvise Sagredo, Podestà et Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.