21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo
Dispaccio del 29 settembre 1645
N. 98
Serenissimo Principe,
in ducali della Serenità Vostra di 9 settembre mi commanda Ella ch’io facci capo, coll’Eccellentissimo Magistrato al Sale, intorno al particolare, di già da me a Vostre Eccellenze rappresentato, per la missione di dinari d’incanevar li sali delle decime spettanti alla Serenità Vostra, havendone Ella a quei Signori Eccellentissimi transmesso il capitolo d’esse mie lettere; aggiongendomi pure nelle medesime che, dovendosi a’ creditori degl’affitti di questi magazzini con sali publici la sodisfatione, ne sarebbono stati dati convenientemente gl’ordini. Hora, havendone io fatto riccorso, per l’interesse di Vostra Serenità, ad esso Eccellentissimo Magistrato del dinaro per l’incanevo de’ sali delle decime et per quello spetta agl’affitti de’ magazini, sopra l’incessanti instanze di questi poveri habitanti creditori, mi vengono risposte di essi Eccellentissimi Signori, di non tenerne auttorità di qua certe notte di debito di questa Communità che non haveria convenienza con il bisogno di esso incanevo delle decime. Sopra di che convengo riverente supplicarLe, a mio scarico, ad ordinare il Suo supremo beneplacito. Gratie etc.
In Capo d’Istria, li 29 settembre 1645.
Alvise Sagredo, Podestà et Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.