21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo
Dispaccio del 6 ottobre 1645
N. 99
Serenissimo Principe,
ho, in conformità dell’ordine impartitomi da Vostra Serenità in sue benignissime ducali di 28 del passato, participato a questi devotissimi sudditti l’ottima volontà et dispositione di Lei, inclinata sempre al loro maggior sollievo, considerandogli la rillevanza de’ publici aggravii, che nelle congiunture delle presenti turbolenze impediscono il ricever quella quantità delli loro sali, che io nelle precedenti mie significai all’Eccellenze Vostre, con accertarli però, che dalla Carità Publica sarano affettuosamente protetti et consolati, sempre che se li porgerà occasione opportuna. Ma perché la Serenità Vostra m’impone, in esse sue ducali, che io con la mia debolezza vaddi ad indagando, et investigando alcun ripiego abbrazzabile, il quale potesse riuscire a vantaggio et benefficio di questi veramente miserabili sudditti, Le dirò humilmente che, mentre fossero almeno ricevuti dal publico tre in quattro milla moza di questi loro sali, in vece delli sei che a nome loro con precedenti mie supplicai, al prezzo, et con li modi et condittioni, che si ricevono quelli di Pirano, li quali non tributano alla Serenità Vostra le decime di essi come fanno questi, oltre che ricevono anco di qualità assai migliori et buone per la terra ferma, crederi che in questa maniera si porgerebbe qualche sovenimento alla povertà estrema di questi miserabili, et con tal mezzo anco si venirebbe a divertire quella gran quantità de contrabbandi che tall’hora, per solo motivo di neccessità, vengono praticati dalla grande miseria et povertà, non mancando però io di ponere ogni applicatione maggiore di animo et spirito per divertirli quanto più mi è possibile; onde parmi che di questa maniera, senza considerabile publico aggravio, venirebbe la Serenità Vostra a consolare et sollevare questi suoi popoli, che la maggior parte di essi, et particolarmente li monasteri de’ frati et monache, languiscono nelle miserie, inchinando però sempre questi miei deboli et riverenti sensi al sapientissimo beneplacito della Serenità Vostra. Gratie etc.
In Capo d’Istria, li 6 ottobre 1645.
Alvise Sagredo, Podestà et Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.