21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo
Dispaccio del 16 novembre 1645
N. 106
Serenissimo Principe,
me ne sono ritornato in questa città dalla visita dell’inquisitione da me fatta de’ ogli per la provincia, in conformità degl’ordeni di cotesto Eccellentissimo Senato, dove ho scoperti molti inganni et pregiuditii a danno grave delli datii di Vostra Serenità, alli quali però, con li raccordi et avvertimenti da me dati al Magistrato Illustrissimo sopra li Ogli, suppongo che con la loro prudenza, et con li debiti et neccessarii ordeni, rimedieranno per l’avvenire a simili inconvenienti, mentre particolarmente il datio havesse a continuare per publica ragione; se bene io per me loderei che si procurasse di affittarlo conforme a quello che raccordai l’anno passato con mie reverenti lettere di numero 31 et 37, poiché la Serenità Vostra ne venirebbe a ricevere assai maggior utile di quello ne riceve al presente, et venirebbe in oltre a divertire alli grandi contrabandi che si fanno, et se bene ho procurato in detta inquisitione di andare con ogni desterità maggiore, havendo havuto riguardo, et parendomi così comportarlo la congiontura de’ presenti tempi, ad ogni modo sarò con tutto ciò venuto ad avanzare alla Serenità Vostra qualche centenaio de ducati, et con sodisfattione universale de’ sudditi, mentre ho procurato che li transgressori paghino semplicemente il datio di Vostra Serenità dell’oglio da essi contrabandato, senza castigarli corporalmente, conforme a quello dispongono le leggi. Gratie etc.
In Capo d’Istria, li 16 novembre 1645.
Alvise Sagredo, Podestà et Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.