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21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo

Dispaccio del 6 dicembre 1645

N. 111

Serenissimo Principe,
mi apporta l’Illustrissimo Podestà di Muggia, con sue lettere di 4 instante, et essame ivi fatto de’ sudditti imperiali ad instantia del conduttor del datio de’ sali per conto di Vostra Serenità, che l’essatore della gabella imposta, et ultimamente rifformata dalla Maestà dell’Imperatore, egli essige da quelli che comprano sali nello Stato Veneto, un scudo d’argento per ogni somma di stara tre, ma quello che più importa, ricusa di fagli la bolletta o licenza di venire a Capo d’Istria o a Muggia, constringendoli con pretesti e minaccie a portarsi nella città di Trieste per far ivi la bolletta, dove, neccessitati, convengono finalmente, contro loro voglia, comprare ivi li sali; anzi, che Triestini tengono a’ confini quattordeci huomeni bene armati, li quali prohibiscono a’ sudditti Austriaci il libero passo verso lo Stato di Vostra Serenità, violentandole ad andarsene nella detta città di Trieste, et se pure alcuno ne passa a questa volta, l’essatore predetto si fa dare una fin due lire oltre il datio per cadauno. Queste innovationi et violenze impediscono affatto l’essecutione del decretto di Sua Maestà, drizzato al mantenimento d’una buona e reciproca corrispondenza con la Serenissima Repubblica, et apportano gravi pregiudicii a’ publici interessi di Vostra Serenità et di questi suoi miserabili sudditti; onde io transmetto il tutto qui annesso a Vostre Eccellenze, perché, ponderata coll’infinita loro sapienza l’importanza dell’affare, possino poi devenire alle proprie deliberationi. Gratie etc.

In Capo d’Istria, li 6 decembre 1645.

Alvise Sagredo, Podestà et Capitanio.

Allegato: dispacci e costituto inviati il 4 dicembre 1645 dal rettore di Muggia Paolo Dolfin al podestà e capitano di Capodistria Sagredo, riguardanti i problemi della vendita del sale ai sudditi imperiali (4 cc.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.