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21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo

Dispaccio del 21 dicembre 1645

N. 113

Serenissimo Principe,
capitano in questo punto uno de’ Proveditori alla Sanità di questa città con altro di questi cittadini, che io, in essecutione de’ comandi di Vostra Serenità impostimi in ducali di 2 del corrente, espedii a Lubiana, conforme a quello ne diedi raguaglio con mie ultime di numero 112, per havere l’intiero della verità del sospetto di peste che s’intendeva far progressi grandi in detta città et lochi circonvicini, acciò in negocio di tanta importanza non restasse trascurata diligenza alcuna onde la Serenità Vostra et l’Eccellentissimo Magistrato alla Sanità ricevesse tutte le più puntuali, et certe informationi, per le proprie deliberationi. Riportano dunque essere la detta città di Lubiana, gratie a Dio, libera d’ogni sospetto di mal contaggioso, né essere tanto male, quanto si è divulgato, et è stato anco rappresentato a Vostra Serenità con zelo del publico serviggio dell’Illustrissimo Proveditor di Cividal del Friul; è ben vero essersi scoperto in una villa discosta una lega da Lubiana, ma questa viene custodita in modo tale, come intenderanno dall’ingionto constituto, che si spera in breve habbi il tutto a rimanere mortificato et estinto. Non tralascierò però, in materia così importante, di usare tutte le dovute diligenze et preavertenze, con star vigilante quanto si conviene per quello reguarda all’interesse della salute universale. Se ne viene ingionto al detto constituto coppia de’ luoghi sospetti in lingua todesca, et da me anco a maggior intelligenza fatti tradure in lingua italiana, venendo il tutto anco da me parimente inviato al Magistrato Eccellentissimo della Sanità, conforme a quello m’impongono l’Eccellenze Vostre, aggiongendole contenersi in esso constituto altri particolari curiosi, li quali mi vengono anco comprobati per lettere di miei corrispondenti di Trieste, con rappresentarmi persistere et continuare Turchi confinanti a fare grandissime instanze et premure a’ ministri imperiali, con offerirgli anco doni et regalli considerabili, perché a tempo novo le habbino a concedere il passo per potersene venire liberamente a tuor questa provincia, et poi passarcene a’ danni del Friuli, il che da essi ministri era loro stato assolutamente negato, con farle intendere et sapere essere con se(ria) et rissoluta intentione, et volontà della Maestà dell’Imperatore; aggiongendo di più che, verificandosi l’aviso pervenuto con le ultime lettere di Viena, che fosse seguita tregua universale per un anno, tutte le forze de’ prencipi che se potrebbero voltare a dano del commun nemico della nostra santissima fede.
Espedisco le presenti, in conformità de’ publici comandi, con barca espressa, non restando a tal proposito di dire alla Serenità Vostra che, pesando di qui inanti li tempi, si sta alle volte il spatio di un mese et più prima che capitino, et si receveno lettere di costà, che però riverentemente raccorderei, nella congiontura particolarmente de’ presenti tempi, per tutto quello potesse succedere et avvenire, che fosse ben l’inviare da qui a dietro le lettere per la via di Palma, con ordine espresso di quell’Eccellentissimo Generale che me le dovesse far capitare in diligenza per un soldato a cavallo, poiché, non essendovi de là a qui solo che 40 miglia in circa, mi capiterebbero commodamente con due giorni, et io havrei modo per il medesimo soldato di rimandarne le risposte. Gratie etc.

In Capo d’Istria, li 21 decembre 1645.

Alvise Sagredo, Podestà et Capitanio.

Allegato: costituto sul progresso dell’epidemia di peste (2 cc.); lista dei luoghi infettati, in tedesco e in italiano (2 cc.).

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.