21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo
Dispaccio del 1 febbraio 1645
N. 121
Serenissimo Principe,
mi commette la Serenità Vostra, in ducali di 20 del spirato, a doverla rendere informata sopra il memoriale presentatogli da cotesto Ambasciatore Rabbata per la barca d’oglio del padrone Pretioso da Bari, arrestata li giorni passati da questa barca armata nel porto di Daila, con l’occasione che fu da me espedita a quelle rive per divertire a contrabandi de’ vasselli, così forastieri come sudditti, che transitano per il Golfo di Vostra Serenità; sopra di che mi occorre riverentemente dirle che, seguita la retentione di essa barca del sudetto patrone Pretioso, fu dalla barca armata condotta in questo porto, onde fu da me ordinato che fosse preso il constituto del padrone della medesima et marinari, li quali dissero uniformente che havevano carricato di contrabando il detto oglio in tempo di notte nella città di Bari per andarlo a vendere alla ventura, se bene dissero al Capitanio della barca armata, mentre furono arrestati che se ne andavano a Trieste, come lo attesta anco il detto Rabbata in esso suo memoriale; onde, inteso ciò da me, terminai di espedire costà essa barca con il carico al Magistrato sopra li Ogli, il che inteso da esso padrone mi fece instantemente pregare che non dovessi apportagli questo incommodo, poiché volontariamente haverebbe pagato in questa Camera il datio spettante a Vostra Serenità, il che considerato da me, havuto anco riguardo alla congiontura de’ presenti tempi, mi contentai di permettergli che facesse esso pagamento, come anco è seguito, in questa Camera Fiscale, essendo il tutto da me stato operato in conformità delle leggi et reiterrati ordini commessi dalla Serenità Vostra, così a me come a’ Illustrissimi miei precessori, et ciò affine che da’ vasselli forastieri habbi ad essere riconosciuto l’alto Dominio che Ella tiene sopra di questo suo Golfo; onde, mentre l’Eccellenze Vostre assentissero alla restitutione del datio pagato volontariamente dal detto padrone Pretioso, conforme all’instanza di esso Ambassadore Rabbata, ciò sarebbe un permettere tacitamente a’ vasselli forastieri il libero transito per il Golfo di Vostra Serenità, senza la dovuta recognitione delli dritti che se gli aspetta, et di questa maniera li vasselli forastieri resterebbero maggiormente avantaggiati delli sudditti. Gratie etc.
In Capo d’Istria, li primo febraro 1645 (more veneto).
Alvise Sagredo, Podestà et Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.