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21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo

Dispaccio del 4 febbraio 1645

N. 124

Serenissimo Principe,
all’aggionta lettera, capitatami nel sigillare delle presenti da Bucari, del padre fra’ Francesco Cosma, agente del signor Conte Nicolò d’Esdrino, resterà avisata la Serenità Vostra da una parte l’apparenza che dimostra il detto Conte di volersene venire al serviggio della Repubblica, et dall’altra la renitenza che in ciò dimostra, di poter a ciò assentire, mentre dalla medesima non resti honorato del titolo di Generalissimo, et di honorevolissima condotta, con quel di più che Vostre Eccellenze resteranno servite d’intendere dal contenuto della medesima lettera; non restando di dirle, a tal proposito, che da Graz et da Linz, da persone mie confidenti, et che lo possono sapere di sicuro, restai li giorni passati avisato, che Sua Maestà havesse fatto chiamar a sé il detto Conte Nicolò, et dettole meravigliarsi di lui, che sapendo essere egli sottoposto, et obligato alla Maestà sua, si fosse fatto lecito, auctoritate propria, et senza sua saputa, di andar ad offerire condotte di genti a piedi et a cavallo alla Serenissima Repubblica, mentre egli sapeva di vantaggio il bisogno che teneva di militie, che però le faceva intendere che quelle genti, che egli haveva destinate per il serviggio della medesima Repubblica, le dovesse tutte impiegare per sicurezza delli Stati di essa Maestà; onde mi viene affermato che il detto Conte Nicolò, per coprire il suo trascorso, andasse a spargendo voce con suoi più confidenti che le rincresceva non poter attendere alla promessa fatta alla Republica, stante havernele la Maestà Sua fatta instanza, con carrica honorevole a dover andar a militare in suo serviggio ne’ correnti bisogni. Sì che per me penso, che alcuno di questi fratelli conti di Esdrino non siino per ottenere licenza dalla Maestà sua di far levate di gente in serviggio della Serenità Vostra, et in ciò mi conferma tanto maggiormente, non pure per quello che di sopra le ho rappresentato, ma anco per quello che ho osservato nelli avisi pervenutimi in ducali di 20 del spirato, inviate dall’Eccellentissimo Ambasciatore in Corte Cesarea, che nel fine di detti avisi dice concedere alla Republica dalli confini di Segna et monti di Crovatia il poter estrazer genti da remo, ma senza batter di tamburo o publiche levate, operando il tutto cautamente et sottomano, per non ingelosir tanti. Gratie ect.

In Capo d’Istria, li 4 febraro 1645 (more veneto).

Alvise Sagredo, Potestà et Capitanio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.