21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo
Dispaccio del 7 febbraio 1645
N. 125
Serenissimo Principe,
rimane comprobato quel tanto scrissi a Vostra Serenità, con le ultime mie di numero 124, in proposito del Conte Nicolò d’Eschino, che veniva impedito dalla Maestà dell’Imperatore il potersi impiegare in serviggio di Lei nelle presenti occorrenze di guerra contro il Turco, sicome mi afferma il signor Colonello Galli, partitosi ultimamente da lui et capitatosene hoggi in questa città, il quale se ne viene costà in vece di esso Conte Nicolò ad offerire la persona del signor Conte Pietro suo fratello, anziché mi presenta una lettera credentiale del medesimo, che qui ingonta ne l’invio, havendogli io risposto con parole et termeni generali, senza obligarmi, né impegnarmi a cosa alcuna, in conformità del tema che mi fu già scritto et commesso con ducali di 13 del mese decorso, con aggiongerle, ma però come da me che stimavo, che il ponto principale di questo negocio consistesse in haverne la previa licenza dalla medesima Maestà.
Il detto Colonello Galli, nel volersi imbarcare per Venetia, mi ha dato l’aggionto mermoriale, acciò mi havessi a servire di esso per rappresentare a Vostra Serenità quello che da me fosse giudicato più proprio, onde perché per la sua subbita partenza costà, mi viene impedito il poter far (...) delle cose più essentiali, perciò risolvo di inviarLe il detto memoriale come sta.
Ricapita in oltre nel punto del sigillare le presenti l’aggionta lettera da Muggia de Domino Andrea dal Tacco, datiero della nova imposta de’ sali, dalla quale resterà raguagliata delli pregiudicii et violenze che procurano di fare Triestini per impedire che sudditi Imperiali non venghino a comprar sali nello Stato della Serenità Vostra. Gratie etc.
In Capo d’Istria, li 7 febraro 1645 (more veneto).
Alvise Sagredo, Podestà et Capitanio.
Allegati: lettera del conte Dal Tacco, datata 6 febbraio 1646 (1 c.); lettera del conte Pietro d’Esdrino, datata 30 gennaio 1646 (1 c.); relazione del colonnello Galli (2 cc.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.