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29 giugno 1645 Paulo Dolfin

Dispaccio del 29 giugno 1645

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
degni della noticia di Vostra Serenità parmi gl’inconvenienti ingratti ritrovati nell’ingresso di questo mio Reggimento; onde, rapresentandoglieli con quella maggior riverenza che si conviene, dico come essendovi in questa terra un castello con publiche armi custoditto da un tal Zuanne Apostoli, con stipendio da questa povera città, oltre il suo salario de ducati dodeci annui, acciò tenghi in governo et allestite le armi sudette. Ho ritrovato la maggior parte di quelle marcite dal rugine, et queste così che non è possibile il poterle più accomodare, tenute senz’ordine alcuno per terra, senza mai esser state accomodate né guardate, ho ritrovato anco il sudetto castello alla semplice custodia della serva di esso Castellano, quale è solito praticarsi ad ogni suo beneplacito senza licenza d’alcuno, et pure, Serenissimo Prencipe, in esso vi si atrova una porta nascosa dalla terra, per la quale possono esser comessi molti publici pregiudicii, et possono esser introdotte genti la notte ad ogni beneplacito del detto Castellano, per il che anco mi son fatto dare le chiavi da essa. Ho ritrovato anco mancar quatro mazzi di corda di peso di libre 200, et barilli doi di polvere, et perché havea rissolto incontrar tutte le sudette armi con l’inventario, avedutosi esso Castellano poter mancar molte altre cose, ha havuto ardire, mentre per tal effetto mi son transferito hoggi con li Giudici di questa terra nel castello, di non volermi lassar vedere cosa alcuna, imperiosamente dicendo, fra molte impertinenze, non conoscermi per suo superiore, né haver io autorità di poter quelle richiedere. Veda la Serenità Vostra se un tanto ardire deve rimaner impunito; viene offesa la publica Maestà, sprezzato il publico Rapresentante, et quasi scacciatolo dal castello, lasciate andar di male le armi che tanto costano al publico, convertito in proprio uso il danaro datogli per l’accomodamento et conservatione di quelle, smarita la polvere e corda, et quello è maggiormente da considerare, cometter tali mancamenti in luogo confinante con Prencipe alieno, con mal essempio et con quelle male qualità che dalla singolar et infalibil prudenza e virtù della Serenità Vostra possono esser giudicate; alla quale in tutto riverentemente mi rimetto. Gratia etc.

Muggia, li 29 giugno 1645.

Paulo Dolfino, Podestà e Capitanio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.