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3 luglio 1645 - 2 settembre 1645 Bortolomio Donado

Dispaccio del 3 luglio 1645

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
il mese passato nella terra di Dignano, tra li Morlachi nuovi habitanti di Filippano e Roveria, seguì rissa con offese mortali vicendevoli. Parse a quel signor Podestà di non voler permettere la formatione del processo al Vice Cancelliere di medesimi nuovi habitanti, ma farlo formare dal suo Cancelliere, sotto pretesto che a lui aspetti, per essere seguito il caso in quella terra. Senza pensare che egli non può ingerirsi per la parte 1592, 18 zugno, confermata dall’Eccellentissimo Pregadi 23 novembre 1635, contesa dall’ostinatione di quelli di Dignano che volevano riddure li medesimi Morlachi sotto quel governo, con litigio di nove anni, con esterminio di quella Communità, ridotta in miseria, et fattosi per ciò debitrice della Cassa de’ Leggeri circa ducati 400, et diffesa da’ Morlachi con spese intollerabili, che finalmente ottenero la confirmatione per sentetia dell’Eccellentissimi Giudici Delegati dall’Eccellentissimo Senato, con il laudo ulteriore dell’Eccellentissimo Consiglio di 40, come benissimo è noto all’Eccellenze Vostre. Con questi fondamenti, come Giudice Delegato, richiesi il processo a quel signore, che, mostratosi renitente, sono stato necessitato inhibirli il progresso, come pur egli s’è compiaciuto contrainhibire. Serenissimo Prencipe, quando succedesse che dovesse il signor Podestà di Dignano giudicare questo caso, ogni altro accadesse in Filippano e Roveria, come giurisditione e territorio di Dignano, sarebbe giudicatto dal medesimo, che valerebbero le leggi di delegatione al Reggimento di Raspo de’ Morlachi e nuovi habitanti, li giuditii seguiti a favore di detti Filippanesi e Roveresi, per non havere altro giudice che li Capitanii di Raspo, che in altro modo volevano abbandonare le contrade? qual caso potrebbe più giudicare il reggimento di Raspo, che succedesse nelli territori d’altri publici Rapresentanti tra nuovi habitanti, stantiando loro nelli medesimi? non stimerò mai, che l’Eccellenze Vostre permetteranno che questo governo resti scemato e pregiudicato nella più alta parte dell’auttorità che tienne; dovendo la presente publica decisione servire per essempio a tutti gli altri publici Rapresentanti, che coi tanti casi successi nelle loro giurisditioni, gli han bastato l’animo d’aprire bocca. Gli Dignanesi, per fornire di esterminare la loro Communità, intendo habbino destinato Ambasciatori, non satii di tenire in continue spese e molestie li stessi Morlachi nuovi habitanti, per farli dare nella disperatione; quanto pregiuditiale sia e possa essere quest’interesse al publico servitio, lo lascio alla sapientissima consideratione dell’Eccellenze Vostre; raccordandole riverentissimo solo ch’io sono tenuto di sostentare la giurisditione, consistente nella facoltà concessagli per le leggi prenarate, et altre ben note alla Serenità Vostra, altro non mancarebbe al Capitanio di Raspo che restare escluso da tali giuditii, succederebbe di concetto, restarebbe con la semplice giudicatura del territorio solo del Capitaniato, se sentirebbero le voci de’ poveri nuovi habitanti, che sin hora hanno havuto per suo giudice naturale il Capitanio di Raspo per ogni caso successo in qual si sia giurisditione, esclamare lamentationi che partorirebbero tumulti e confusioni, e che portarebbero continue molestie all’Eccellenze Vostre; onde, lasciando la consideratione all’infallibile loro prudenza, resto senza portarle maggior tedio. Gratie etc.

Parenzo, in visita di nuovi habitanti, 3 luglio 1645.

Bortolomio Donado, Capitanio di Raspo.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.