20 gennaio 1645 Gerolamo Giusto
Dispaccio del 18 luglio 1645
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
in pontuale essecutione de’ commandamenti della Serenità Vostra, espressimi in ducali de’ 30 marzo passato, se bene qui assai tardo pervenutemi, ho con la maggior applicatione possibile procurato in questa provincia haver periti che mi dassero i più veri lumi, per poter render pienamente l'Eccellenze Vostre servite circa l'informationi ricercatemi della spesa che v’andarebbe a render in stato di qualche perfettione questa piazza, quale, restando come di presente, s'attrova al certo si rende di poco fruttuoso servitio alla Serenità Vostra.
Ho perciò appena, per scarsezza de’ periti, potuto incontrare chi habbi saputo formare il dissegno di questa fortezza, che qui congionto trasmetto perché l’Eccellenze Vostre con l'occhio proprio possino vedere il recinto delle mura. Il sito de’ terrapieni di quartieri e casa necessaria per il Rappresentante, et altro, come appresso la piazza, che vi rimarà netta et spaciosa.
Resta imperfetto nella muraglia principale passa dusento e trenta del muretto della ronda, regolon e tresso, il tutto principiato di già di pietra viva lavorata. Ho tenuto proposito con doi maestri tagliapietra che venero qui al prencipio della fabrica della fortezza, come s'esibiscono pronti e sufficienti per far l'opera stessa, così s’obligano dar il tutto fornito a proprie spese, eccetto però la condotta delle pietre, a lire quaranta una il passo.
Li terrapieni e cavallieri ancora non sono stati principiati, né mi è riuscito poter ritrovar perito, ch’assister potesse alla formatione de’ medesimi. Quando la Serenità Vostra comandasse che si facessero, sarà necessaria l’espeditione di soggetto della professione per la buona constrution de’ medesimi, havendosi nel resto pronta la materia et opera di questi sudditi, che con vantaggio della Serenità Vostra mi persuado ch’opera tanto necessaria restarebbe condotta ad ottimo fine.
Per la fabrica di pietra de’ quartieri ho hauto notta distinta da Mastro Antonio, uno de’ primi muratori ch’operi in questa provincia. M’asserisce che per far un quartiero con nove stanze in volto terranee, et altre nove di sopra, quali comodamente alloggiarano settanta soldati, vi vorrà spesa ducati cinquecento in circa, incontrandosi in questo paese, che sassi e calcina s’ha a bonissimo mercato. Onde volendo la Serenità Vostra far far doi ordini di quartieri, uno derimpetto l’altro l’altro (!), che sarranno capaci d’alloggiar cento e quaranta soldati, sarrà la spesa ducati mille in circa.
Nella terza parte restarà luogo capace per far la casa per il Proveditor, chiesa per commodo de’ soldati, alloggiamento per il Capitanio; promette il medesimo maestro dar il tutto perfettionato a proprie spese con ducati mille: sì che quando alla Serenità Vostra paresse di comandare l'essecutione dell’opere predette, si esimerebbe appresso d’una spesa continuata, che ne sente per il mantenimento di queste fabriche di taole, che restano dalla mala qualità de’ tempi sempre notabilmente danneggiate.
Dall’Eccellenti signori Proveditori all’Artegliaria mi sono stati spediti li doi barili di polveri già destinati, sì che s’attrovano in questo casello solo barili 4; sto anco attendendo dal Magistrato Sopra le Fortezze li pagliazzi 25 e schiavine 25, pur deliberati per commodo di questi soldati, che per la prossima staggione ne terrano sommo bisogno.
Per far i cavalleti per riponervi sopra li sei pezzi d’artegliaria che s’attrovano in questa piazza ho fatti tagliare i legni, e quanto prima serrano pronti; stimo però mio debito particolare non tacere alla Serenità Vostra che senza i lor letti et apprestamenti riescano affatto di niun servitio, come in altre mie significai all'Eccellenze Vostre, per il dì accompagnai le medesime con le mesure e notte necessarie, perché, quando a loro paresse, si compiacessero ordinarne la proviggione.
Ho inviato alla Casa dell'Arsenal li moschetti inutili, e n’attenderò il cambio d’altretanti da servitio.
Non manco per quanto d’inanimare questi sudditi (...) rehabilitatione di questa città, la quale con l'impulso da m(...) a questi deputati s’è resa netta e spatiosa da molte immon(ditie) che vi s’erano raddunate nel corso di molt’anni; onde (...) a Sua Divina Maestà voglio sperare che quel mall’influsso ch’ha (...) questa città si raddolcischi a gloria del Signor Iddio, e della stessa. Grazia, etc.
Pola, 18 luglio 1645.
Gerolamo Zusto, Conte e Proveditor.
Allegato: pianta della rocca da costruire (1 foglio).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.