• it
  • it
  • en
  • hr
  • el
  • de

6 aprile 1645 Giovanni Paolo Balbi

Dispaccio del 20 luglio 1645

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
questa sua fedelissima terra di Rovigno, sempre pronta sparger il proprio sangue in serviggio publico, brama conservarsi quella pace e sicurezza che tanti anni ha goduto sotto questo felicissimo Dominio, che Iddio guardi e mantenghi.
Ne’ presenti motti di guera temono grandemente questi sudditi che d'improviso li Turchi non le soprastino adosso per terra, trovandoli sprovisti delle cose necessarie nella diffesa, facciano stragge, mandino n’esterminio tutta la terra; et sì come sono pronti in ogni evento che venissero, che Dio non voglia, di ressister alla diffesa, in confirmatione della fedeltà e devotione loro, così, vedendosi privi di monitione tanto necessaria, si rendono confusi, poiché se bene vi sono di publica ragione moschetti da cavalletto n° 20, da muraglia 26, arcobuggi da mano 200, doi periere da muraggia, doi falconetti, morioni di ferro 40, arme d'asta 38 et moschetti appresso li soldati di Cernide 236, ad ogni modo non vi sono un grano di polvere et pochissime balle, oltre che la provviggione d’armi sono tenue in riguardo della quantità di gente che stattiona qui, onde sarebbe necessario almeno altri 300 moschetti. Che però, zelante del publico interesse et molto anco dell'instanze efficacissime fattemi da questi sudditi, porto a notitia di Vostra Serenità l’ingente loro bisogno, affine che colla solita sua clemenza e pietà si compiaccia soccorerli e consolarli, che prostrati humilissimi la suplicano, come non mancano di pregare Sua Divina Maestà della pace et conservatione di questa Serenissima Republica. Non restando in oltre di signifficare all'Eccellenze Vostre che essendovi qui un ponte di pietra che conduce in terra ferma, per dove può l’inimico condursi, stimerei bene fosse tostamente tagliato, et invecce fattovi un ponte levatore, come fu fatto altra volta, acciò in occorenza potesse esser levato, et restassero al di fuori l’inimici che volessero infestare e daneggiare la terra, il che riuscirebbe facile alla diffesa e ressistenza; rimettendomi al prudentissimo et infallibile giuditio di Vostra Serenità e di cadauna dell'Eccellenze Vostre. Gratie etc.

Rovigno, 20 luglio 1645.

Giovanni Paulo Balbi, Podestà.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.