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10 gennaio 1646 Giacomo Barozzi

Dispaccio del 10 gennaio 1646

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
con altre mie ho significato alla Serenità Vostra come son gionto a questa carica, nella quale procurarò con ogni spirito ben servire Vostra Serenità et ben reggere questi sudditi, con paterna et piazevole carità. Devo anco, dalla necesità spinto e mosso, riverentissimamente aportarLe come ho riceputo il palazzo, mio et de’ Rappresentanti suoi domicilio, con tutte le finestre de’ veri rotti, scuri e porte dessolate, che lo rende innabitabile, massime essendo in questi tempi così acerbi d'invernata, et stando così, come per sua benignità non stimo comporterà, sarebbe nell’estate per apportarmi l'ultimo eccidio di mia vita, massime che da queste l'aere resta infetto per l'immonditie che qui regnano, per la moltitudine di case rotte et piene d'ogni sporchezzo, onde non resto con la propria borsa farle quelli rimedii più neccessarii per annetare et sbratare li rudinezzi et li sterchi che in esse s'atrovano, tenindo per fermo che più causa l’aere sii imperfetto che d'altra causa, non vi essendo acque morte che circondi questo castello, né altre cose dannevoli al medesimo, essendo in sitto di monte, che tutti li venti lo dominano; sa la prudenza infinita della Serenità Vostra che le case nelle quali non si possono serar balconi restano imperfette all’habitatione, et dove non si possono serar le porte, della vita non si possono esser sicuri; ricoro però alla binigna gratia della Serenità Vostra humilmente, supplicandola degni dar quegl'ordini che più stimarà proprii per l'accomodamento sudetto, massime che la spesa sarà pochissima, ma tanto più neccessariisima. Le aporto anco haver ritrovato 8 periere con suoi mascoli, 40 moschetti di cavaletto et altri tanti di forzina, ma non vi esser né polvere, né corda, né piombo per adoprar quelle, che Dio Nostro Signore non voglia; ho voluto tanto aportarle per esser loco circonvicino all'Imperial tenire, di miglia tre solamente lontano, et umilmente me gl'inchino. Gratie etc.

San Lorenzo, li X gennaro 1646.

Giacomo Barozzi, Podestà.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.