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20 marzo 1645 - 3 giugno 1645 Giovanni Loredan

Dispaccio del 3 giugno 1645

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
diedi già riverente conto alla Serenità Vostra dell’usurpation di confini fatta da Giure Bacich d’Antignana, sotto Pisino, suddito arciducal, in questo territorio con far pascolar animali di sua raggione et a ltri mancamenti, per il che fu dall’Eccellentissimo Senato delegato il caso all’Eccellentissimo Bondulmer, Proveditor della Valle di Montona, qual è stato anco sopra locho, e datto principio alla formation del processo. Havendo ciò inteso, questo temerario, et essendoli stato tolto sete animali bovini per penna d’accuse spetante a questo Reggimento, s’appresentò all’Eccellentissimo Magistrato di Capodistria, e, cessata ogni suspensione (?), tentò novo sufraggio; è stato per effeto di giustitia licentiato. È stato di tata temerità, et ardire già giorni, in tempo di notte, aprir una delle porte di questo castelo dalla banda del laco, con fratura di quele, con gitar a terra un’herta di marmoro, ove sono piombatti li (...) di altezza di piedi 3 in circa, e lunghezza di piede 1 e più, et qui entrato con altri, levò li sete animali bovini che nella corte s’atrovava, e queli furtivamente condusse giù del stato dove più gl’è gradito, in sprezzo e detrimento della publica dignità, cosa di non poca consideratione. Non trovandomi sicuro nel proprio palazzo, il qual per esser in cativo stato ruvinoso, et aperto da sei o sete bande, possono venir a levarmi la vita nel proprio letto; in oltre che questi habbitanti, che sono vinti fochi incirca, risolvono dalla temerità di questo ecesso, bandonar le proprie habbitatione, per salvar le loro famiglie e sustanze. Havendo anco già anni questo selerato rubato doi cavali pur in questo castelo; et perché in questo territorio si ritrovano quantità di banditi che rubano in campagna animali et altro, et si fano lecito venire sino alle porte, e dentro di questo castelo, oppur palazzo, sapendo non haver io il commodo di farli carcerar o fugarli, con vilipendio della publica dignità, ho stimato proprio del mio reverentissimo debito, per sustentamento della medesima, darne con le presenti riverente conto alla Serenità Vostra, aciò con l’infinita sua sapienza venghi a quelle deliberationi che proprie stimerà, a conservation della publica dignità, sicurezza di sudditi, e sue sustanze. Gratie etc.

Di San Lorenzo, li 3 giugno 1645.

Zuanne Loredan, Podestà.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 39.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.