28 febbraio 1646 Marco Antonio Grimani
Dispaccio del 20 maggio 1646
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
ascoltò la Serenità Vostra la propria sua benignità l’Ambasciatore di questa fedelissima città, che la supplicò humilmente nelle travagliose congionture presenti di monitioni, e riparo ne’ luoghi bisognosi della medesima città, ispedendo qui il signor Cavalier Giovanni Gori a riconoscere quanto occorreva, e commettendo a me di passar con esso a Pola, e per quello riguardasse quella fortezza e questa città, di portarle li particolari più distinti. Così obedii e, con humilissime mie di 2 aprile passato, rappresentai quanto riconobbi colla debolezza mia necessario all’Eccellenze Vostre, le quali, preso per mano l’affare, parve che non vi fosse tra le scritture trasmesse, quella del Cavalier Gori, che fu poi ritrovata, sì come si compiaquero darmene aviso in ducali di 27 aprile sudetto. La città tutta, vedendo ch’è stato deliberato per Pola, con attentissima brama attende le publiche deliberationi per ciò che riguarda la loro sicurezza, e sì come io li vado accertando con le migliori parole della publica protettione, così non ho stimato di negarle quest’humilissimo mottivo, che m’hanno richiesto di fare alla Serenità Vostra, verso il servitio della quale, e sodisfattione di questi fedelissimi sudditi, tenderà sempre l’applicatione mia e tutto lo spirito. Gratie.
Capo d’Istria, a’ 20 maggio 1646.
Marc’Antonio Grimani, Podestà e Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 40.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.