28 febbraio 1646 Marco Antonio Grimani
Dispaccio del 9 giugno 1646
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
presentata a’ piedi della Serenità Vostra l’inserta scrittura della Communità di Montona, m’ha commesso, in ducali di 19 aprile passato, resemi solo li giorni adietro dall’interveniente di detta Communità, d’inviar speditamente il signor Cavalier Gori a riveder quel castello, il bisogno di restauratione delle mura, se ridotto in istato possi valer a diffesa, et ostar all’incursioni de’ nemici, coll’osservar la qualità e quantità dell’armi di quelle monitioni, e quelle che necessariamente havessero a’ contribuirsi dall’Eccellenze Vostre, perché con queste informationi possano risolvere quanto stimeranno conveniente. Conferitovisi però esso signor Cavalier Gori con particolar nota consignatale de’ particolari sudditi, acciò il tutto potesse ben osservare, mi riporta l’inserta relatione, dalla quale si vede esser quel sito considerabile, fortissimo a batteria di mano, non esservi però luogo d’artiglieria, per l’eminenza del monte ove è posto il castello, che non si potrebbe tirare che dall’alto al basso, che farebbe poco effetto. Ha osservato la quantità e qualità di quell’armi, descritte distintamente nell’occluso inventario, sendovi tra esse 270 archibuggi, 18 spingarde, cellade e munitioni 68, un passavolante, allabarde, manare, martelli et altro, il tutto affatto inutile, come minutamente si vede in altro inventario inserto; ed io raccordarei humilmente alla Serenità Vostra di far condur in cotesto arsenale le sudette armi, per ritrarne qualche utile avanti che l’ingiuria del tempo affatto le consumi. Altra nota qui aggionta del bisogno dell’armi e monitioni, riconosciuto da esso signor Cavaliere per diffesa del medesimo castello, le cui mura in buona parte diruppate, fatte vedere da’ periti, dall’inserta poliza, che dichiara distintamente ciò ch’è da restaurarsi, fatta con loro giuramento, si vede che la spesa della maestranza ascenderebbe a ducati 417, lire 2, da contribuirsi da Vostra Serenità, come m’afferma quell’Illustrissimo signor Podestà, dal quale ne ho voluta l’informatione, e le altre spese di materiali aspettarsi alla sudetta Communità, che si mostra prontissima alla contributione del legname, calcina e manovali per detta opera, che però ressarcito detto castello, havendo l’armi e munitioni riconosciute necessarie, si potrà diffendere d’ogni incursione, essendo quei sudditi obligati a farle la guardia per quanto m’accenna il sudetto Illustrissimo signor podestà, mentre, tenendovi la Serenità Vostra, per l’adietro, una Compagnia di soldati, la levò con questo, che gl’habitanti facessero le guardie, e diffendessero il castello in luogo della sudetta Compagnia, come s’offersero, tenendovi ancora due Contestabili, pagati dall’offitio delle Rason Vecchie, in ragion di ducati 50 all’anno, acciò habbino la cura di serar et aprir le porte. Questo è quanto m’occorre rappresentar all’Eccellenze Vostre con l’humilissimo mio ossequio, per le proprie loro risolutioni. Gratie etc.
Capo d’Istria, a’ 9 giugno 1646.
Marc’Antonio Grimani, Podestà e Capitanio.
Allegati: supplica della comunità di Montona (2 cc.); relazione del cavalier Giovanni Gori sullo stato delle mura di Montona (1 c.); nota delle armi presenti nel castello di Montona (1 c.); inventario delle armi inutili presenti nel castello di Montona (1 c.); nota delle armi necessarie alla difesa del castello (1 c.); nota delle spese occorrenti per la restaurazione delle mura di Montona (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 40.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.