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28 febbraio 1646 Marco Antonio Grimani

Dispaccio del 9 luglio 1646

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
l’altro giorno sono cadute le mura di questa città in longhezza di passa trenta, et altezza quattro e mezo in circa, dalla parte verso terra, e nel luogo a punto ove havevano pensiero li Sindici della stessa città ed il signor Cavalier Gori che fosse fatto qualche riparo per fortificarla, essendo in oltre bisogno che siano otturati alcuni fori, cagionati dall’ingiuria del tempo, che ha guaste le medesime mura; per il che s’attrova di presente la città aperta, in ampla libertà d’ogn’uno d’entrar et uscirvi, e commetter contrabandi, frustatoria essendo la diligenza del serar le porte.
Ho voluto informarmi a chi spetti la spesa della restauratione, et ho trovato che particolarmente sotto l’Illustrissimo mio precessore, furono risarcite parte di esse mura col dinaro mandato da gl’Illustrissimi signori Sopra le Fortezze. Ne rappresento humilmente alla Serenità Vostra la necessità del celere riparo, acciò possa dar quegl’ordini che pareranno al beneplacito suo sapientissimo.
Ho ricevute le commissioni di cotesto Eccellentissimo Senato in ducali di 30 del passato di portar quanto prima informatione all’Eccellenze Vostre della quantità di biava che si potesse estrahere da questa provintia, con avisar anco il prezzo corrente. Immediate ho scritto a gl’illustrissimi Rettori della medesima provintia, che con publico proclama si faciano dar in nota la biava, che sarà raccolta nelle loro giurisditioni, et havute le risposte, che prima necessariamente passerà qualche giorno in riguardo anco del non esser raccolte dette biave, ne porterò riverentissimo e con puntualità le commesse informationi alla Serenità Vostra. Gratie etc.

Capo d’Istria a’ 9 luglio 1646.

Marc’Antonio Grimani, Podestà e Capitanio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 40.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.