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26 settembre 1795 Andrea Querini

Dispaccio del 17 ottobre 1796

N. 48

Serenissimo Principe,
ristretta tuttavia entro il circondario della Villa Ricizze, Tener d'Imoschi, la infezion contagiosa, non si restrinsero fatalmente i tristi effetti della specialità dei due decessi individui.
Dopo quattro giorni dalla loro evasione dalle case, nelle quali perirono i primi villici, più persone dell'uno, e dell'altro sesso furono improvvisamente colpite, e quel professore ne attesta i non dubbj sintomi di morbo pestilenziale.
Dietro le due prime essistono oggidì aggredite due altre villiche case; ed è perciò che dietro i sollecitati espressi rapporti della nuova incidenza precorsimi dalla singolar esattezza dell'Illustrissimo provveditor ser Vincenzo Bembo, io mi sono creduto in preciso dovere di commettere per tutta l'estesa, che guarda le tenute ottomane l'immediato impianto della linea confinaria di sanità.
Sembra oggidì (sebben i carovanisti, e i negozianti bosniachi persistano uniformi non solo nella negativa della peste, ma nelle giurate asseverante di perfetta salute in quell'estera Provincia) che non debba più mettersi in dubbio l'essitenza del contagio, manifestatosi con si rapida, e subitanea irruzione, che memoria d'uomini non ne ricorda il secondo esempio.
Questo interessantissimo scoppio lascia esposte le suddite località a furtivi ingressi singolarmente per parte di pastori, che nella stagione estiva, ed autunnale si trattengono colle loro greggi ai pascoli ottomani, e due morlacchi, i quali dalla minacciata carestia spinti già all'emigrazione, non cessano di accelerar il proprio ripatrio, onde esimersi dall'imminente rischio di contaminazione.
Ferve già l'orgasmo in tutta la Provincia.
Cadauna città, sebben assai distante dall'interdetta frontiera d'Imoschi deliberò, per parte presa nei rispettivi officj di sanità, di segregarsi dai contermini territorj montani non solo, ma anche dai proprj, e dalle città limitrofe: sicchè in oggi versando in una reciproca diffidenza danno fomento alla comun anche sublimata trepidazion.
Io intanto mi adopro per modificar gl'intempestivi effetti di un zelo eccedente, donde presagisco sensibili conseguenza alla specialità de sudditi, se troppo sulfureamente siano coattati nella libertà di un riciproco interno commercio.
Se ho prevenuto i sovrani comandi in rapporto all'istituzion della linea, mi giustifica l'instantaneità dell'urgenza, ne perciò arbitro minimamente intorno alla diaria delle figure ispezionate, e dei terrieri.
Alla sapienza dell'Eccellentissimo Senato è già presente lo stato della Provincia ed i mezzi che dipendono da questa divota carica, e perciò io confido, che al più presto siano per derivarmi e i necessari soccorsi, e le invocate istruzioni, le quali lasciandomi il solo merito di una cieca ubbidienza possano tranquillizzar i sudditi, ed assicurar in si disastrose circostanze l'incolumità dello stato.
Ho rispedito il turco Chiaus colle mie responsive a Traunick sul noto affare del reclamato naufragio a carico del capitano Potarniano della Cefalonia.
Secondo il consueto mantenimento di esso cadde a pubblico peso; e l'unita nota che ne comprende individuato il dispendio, io la assoggetto alla sovrana graziosa approvazione che divotamente invoco. Grazie.
Zara 17 ottobre 1796.
Andrea Querini Provveditore Generale in Dalmazia e Albania.
1 allegato.

Nota: Arrivato il 29 ottobre.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Provveditori da Terra e da Mar e altre cariche, b. 467 (ex 662).
Trascrizione di Guglielmo Zanelli.



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