28 febbraio 1646 Marco Antonio Grimani
Dispaccio del 9 novembre 1646
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
li padroni de’ Magazeni de’ sali di publica ragione vanno per li affitti creditori dalla Serenità Vostra ducatti mille duicento vinti, come dal conto che invio all’Eccellentissimo Magistrato al Sale. Nel tempo di otto mesi che m’attrovo a questa carica, non è stato trasmesso danaro alcuno per sodisfare gl’affitti sudetti, e li creditori, tra’ quali povere monache miserabilissime, lagrimano per la sodisfattione e per sostentarsi. Doppo che non riceve più li sali la Serenità Vostra, non havendo alcun essito, essendo li medesimi sali quasi unico capitale delle povere sostanze di questi sudditi, non conseguendo anco quel poco emolumento d’affitto de’ Magazeni, si veggono, si può dire, nella disperatione. Non restando con quest’occasione d’accennar all’Eccellenze Vostre che, quando non venghi dalla pietà publica ritrovato qualche rimedio a loro sollievo per l’essito de’ sali stessi, in breve corso di tempo s’anderà destruggendo, et annichilando, la città pur riguardevole e fedelissima.
In tanto supplico la carità della Serenità Vostra a dar ordine, che sia quanto prima trasmesso danaro per pagare gl’affitti predetti, onde li creditori ricevano con questa, se ben poca sovventione in riguardo della miseria loro, respiro e consolatione. Gratie etc.
Capo d’Istria, a’ 9 novembre 1646.
Marc’Antonio Grimani, Podestà e Capitanio.
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 40.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.