28 febbraio 1646 Marco Antonio Grimani
Dispaccio del 10 novembre 1646
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
rappresentatosi da me humilmente alla Serenità Vostra il publico pregiuditio dell’armi di queste monitioni, che per non esservi persona espressa che le tenga nette, come ne gl’altri luoghi s’osserva, marciscono nella ruggine, sì come piacque accennarmi in ducali di 28 aprile decorso, d’attender che io venissi all’elettione di soggetto a proposito, e d’avissarlo per l’approvatione. Tenutasi però da me ogni pratica, ne feci a 4 giugno l’elettione con la minor mercede possibile di ducatti correnti 24 all’anno, stimata da me avantaggiosa in riguardo della quantità dell’armi, e con riverentissime mie di 10 giugno sudetto la sottoposi al beneplacito sapientissimo dell’Eccellenze Vostre, avvisandole pure, che in essecutione di commissione nelle dette ducali ricevuta, che per l’accontio dei 350 moschetti qui inhabili si ricercava la spesa di sole lire 81, come dalla poliza che le inviai, acciò anco in questo particolare potessero dar gl’ordini loro. Altra neccessità convenni pur portar all’Eccellenze Vostre, poiché nel salone dell’armi non essendovi restelliere da porre li moschetti, che sono in numero di due mille, se non per poca parte di essi, poco fruttuose sarebbono riuscite le diligenze dell’armarollo eletto, e dell’accontio de’ moschetti rotti, quando si dovesse continuar a tenerli per terra, come si convien far di presente con molto detrimento, inviandole polizza fatta fare da ministro fedele, con suo giuramento della spesa che v’andarebbe al far il rimanente delle restelliere, ascendente tra legnami, chiodi e maestranza a lire 412, soldi 8. Replicò però humilissimamente l’urgenze suddette, e seben so, Serenissimo Principe, che le congionture presenti richiedono il diminuir, non l’accrescer le spese, il scansar, non l’augumentar salariati, so anco che l’armi, capitale tanto pretioso della Serenità Vostra in alcun luogo, ma massime in quelli di confine, com’è questo, non si devono lasciar andar a male, ma tenir allestite e pronte. Rimetto perciò qui inserta in copia l’elettione e le polize di spese sopranominate al prudentissimo rilesso dell’Eccellenze Vostre, le quali riconoscendo, che trascurandosi la poca spesa sudetta si radoppiarà il detrimento e pregiuditio, risolveranno ciò che stimeranno di publico servitio, consolandomi io intanto d’adempir alle parti di mio riverentissimo debito in quello che giudico degno, e neccessario, della notitia della Serenità Vostra, gratie etc.
Capo d’Istria, a’ 10 novembre 1646.
Marc’Antonio Grimani, Podestà e Capitanio.
Allegati: terminazione del podestà e capitano di Capodistria in materia di armi (1 c.); nota dei materiali occorrenti al riparo dei moschetti (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 40.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.