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28 febbraio 1646 Marco Antonio Grimani

Dispaccio del 4 febbraio 1647

N. (senza numero)

Serenissimo Principe,
con ducali patenti di cotesto Eccellentissimo Senato di 22 ottobre decorso, e con lettere dell’Eccellentissimo signor Savio alla Scrittura di 12 novembre a me specialmente dirette, capita qui il Capitan Zuane Gini per l’ammassamento di una Compagnia di cento fanti Albanesi d’alieno Stato. Me ne ha presentati quarantacinque, tutta bella gente, né havendo danaro da somministrarle, questi tumultuando per non haver da sostentarsi, acciò non si sbandino, ho sovvenuto detto Capitanio con ducatti cento di questa miserabilissima Camera, come pure di qualche summa di riscatto, del quale nel libro bollato che tiene le ne è stato dato debito, e ne do immediate parte alla Serenità Vostra, con efficacissima istanza di celere missione di danaro per il resarcimento della Camera stessa, e di quel più che ben riconoscerà chiedere il bisogno, havendo detto Capitanio eletta questa città per piazza d’arme, come pure il Capitan Biascio Bardi da Scuttari, capitato parimente l’altro giorno con espedittione dell’Eccellentissimo signor Proveditor General di Dalmatia, in lettere di 2 genaro decorso, d’ammassare una Compagnia di 50 fanti sudditi esteri, havendone questo fin’hora presentati cinque solamente. Per il sommo bisogno poi di danaro per la barc’armata che assiste a questa guardia, m’accennò la Serenità Vostra, in ducali di 12 genaro sudetto, che quanto più presto ne sarebbe trasmesso. Io ne replico l’humilissime mie supplicationi, andando questa di sue paghe creditrice di due mesi e più.
Qualche provisione di biscotto è pur necessarissima, poiché in breve saranno consumati i dieci miara trasmessi li 12 decembre passato in riguardo anco della sopravenienza di nuove genti, vedendo la Serenità Vostra che, per esser questa città vicina a’ confini, si riducono qui a far le levate d’Albanesi li Capitanii che ne hanno l’incombenza; che sì come io essercitarò tutti i riguardi di non admetter sudditi, conforme alla mente publica, così per poter supplire all’occorrenze, porto all’Eccellenze Vostre l’instanze mie riverentissime, per trasmissioni di danaro e biscotto aggiustate ai bisogni, pur di presente urgentissimi. Gratie etc.

Capo d’Istria a’ 4 febraro 1647.

Marc’Antonio Grimani, Podestà e Capitanio.

AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 40.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.