21 settembre 1644 - 20 febbraio 1646 Alvise Sagredo
Dispaccio del 14 marzo 1646
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
mentre suponevo, rinonciata questa carica, di potermene a mio piacimento ripatriare, mi sopragiunge accidente, non più accaduto ad alcun altro de’ miei precessori, che mi tratiene in questa città sino ad altro publico decreto, parché andando creditore per resto de’ miei sallarii per la somma de’ ducati trecento, questi mi si difficultano, asserendo non esservi danaro in questa Camera. E perché sono stato avisato attrovarsi registrata in questa Cancelleria una ducale scrita in tal proposito dall’Eccellentissimo Senato a favor de’ signori Consiglieri di quel tempo, affine di dapiù danaro e ad essere corisposto il loro sallario, della quale qui inscrita n’invio copia alla Serenità Vostra, dezendomi esser necessitato di ricorrere alla publica auttorità al fine che habbi a procurare (...) quanto (...) rimanghi sodisfato d’esso mio, vederò in quel miglior e più ispediente modo, che parerà alla somma publica prudenza, avverlo liberato di qui possa venir ad humiliarmi alla Serenità Vostra.
Gratie etc.
Capo d’Istria, a’ 14 marzo 1646.
Alvise Sagredo.
Allegato: copia di ducale datata 8 maggio 1633 (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 40.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.