24 luglio 1646 Filippo Salamon
Dispaccio del 24 luglio 1646
N. (senza numero)
Serenissimo Principe,
ne’ pochi giorni ch’io mi ritrovo per Vostra Serenità alla funtione di questa carica, ogni studio e applicatione ho usato per ben restar informato de’ difetti che potesse havere questa città, et all’incontro delle proviggioni, opportune a’ rippari proprii ad ogni tentativo d’Ottomani, a fine di renderne poi raguagliata fondatamente col solito della mia riverentissima devotione Vostra Serenità.
Ritrovo questo sitto proprio alla diffesa. La città circondata di mura e torri al numero di 6, il tutto alla ressistenza d’ogni gagliarda correria dalla parte di terra, mentre le torri stesse siino armate di periere, falconi da 3 con moschetti da cavalletto, come già furon proviste a’ tempi d’altri sospetti, che disarmata ogni parte, furono l’armature, come resto informato, riposte nella città di Capo d’Istria. Dalla parte di mare resta indiffesa e diffettiva per caduta di muraglia per circa passa dieci, degno tal mancamento di riflesso, e riparo, essendovi massime in essere pietre propriamente suprabundanti.
Veggo nel resto le positure conservate, questi pochi sudditi della città mantenersi nell’antiqua fede de’ loro antenati, essibitori di volontariamente incontrar ogn’occasione d’esporre loro stessi alla diffesa della propria patria, e di questo porto, considerabile per quelle consequenze che ben note sono alla suprema publica intelligenza.
Li novi habitanti del territorio, che più sicuro ricovero non sperano che il recinto di queste mura, si mostrano ardentissimi in ogni incontro per Vostra Serenità, che assendono al numero di circa 3 in 400. Onde in ricognitioni tali, in congionture tant’ardenti, racordo riverentissimo alla Serenità Sua la proviggione de monitioni, periere, falconi e moschetti per armare li prescritti posti; et in uno armi per quella quantità che stimerà necessario l’infalibil prudenza publica, ch’alla diffesa genti non mancaranno, con quello di più che la stessa stimasse d’avantaggio ne’ correnti gelosi sospetti.
Tanto con ogni più efficacce maniera di riverentissima espressione rappresento alla Serenità Sua a parte del mio debito, per attendere e commandi e applicationi, che propriamente, e con ogni più zelante cura e diligenza, saranno da me essercitate. Gratie.
Parenzo, a’ 24 luglio 1646.
Filippo Salamon.
Allegato: nota sulle munizioni da fornire a Parenzo (1 c.).
AS Venezia, Senato, Dispacci, Istria, b. 40.
Trascrizione di Umberto Cecchinato.